Gineceo

Il termine gunaikeîon (ma era in uso anche gunaikéie) non è che la sostantivizzazione dell’agg. gunaikeîos, «femminile», «muliebre», e indica per antonomasia quella sezione della casa antica destinata alle donne: non solo alla padrona di casa (già Penelope nell’Odissea mostra di vivere in ambienti separati), ma anche alle ancelle. Come mostrano molte fonti iconografiche, esso è essenzialmente un ambiente di lavoro (tessitura e filatura), ma anche di riposo e di toeletta; la documentazione proveniente dai processi per adulterio mostra che l’accesso al gineceo era fermamente escluso ai maschi, se non al marito e ai parenti strettissimi. Esso rappresenta la parte più intima della casa in quella opposizione di spazi interni/spazi esterni che corrisponde, secondo le più diffuse norme che disciplinano la condizione femminile, all’opposizione spazi femminili/spazi maschili. Come tale il gineceo si oppone non solo all’agorá (lo spazio ‘pubblico’, esterno alla casa), ma anche alla grande sala di rappresentanza, sede dei simposi e delle riunioni: l’andrón, ambiente maschile per eccellenza.

[Federico Condello]