Etèocle
(gr. Eteoklês; lat. Eteocles)

Figlio di Èdipo e di Giocasta, dopo che il padre si accecò e lasciò Tebe egli assunse il governo della città con il fratello Polinìce: i due si accordarono per regnare entrambi, ad anni alterni. Ma Eteocle al termine del suo periodo rifiutò di cedere il comando; Polinice allora si rifugiò presso Adrasto, re di Argo il quale lo sostenne – insieme ad altri sei condottieri – nella guerra contro Tebe. Eteocle e Polinice si uccisero l’un l’altro, dando così compimento alla maledizione che gravava sulla stirpe di Laio. Creonte, fratello di Giocasta, divenuto nuovo sovrano di Tebe tributò gli onori della sepoltura al solo Eteocle; ordinò di contro che Polinice e gli altri caduti argivi fossero lasciati insepolti. Fu Antigone a provvedere alla sepoltura del fratello Polinice, contravvenendo al decreto di Creonte e andando così incontro, lei stessa, alla morte. Le vicende di Eteocle e Polinice sono narrate nel perduto poema del Ciclo Tebaide (VII a.C.), in alcuni drammi tragici (in particolare I Sette contro Tebe di Eschilo), nel poema epico Tebaide del latino Stazio (I d.C.). Il duello tra i due fratelli compare inoltre frequentemente nell’arte figurativa antica (soprattutto su pitture tombali, specchi, urne etrusche, sarcofagi romani), di rado invece in quella moderna.

[Elena Esposito]