Ègeo
(gr. Aigéus, lat. Aegeus)

Caratteristiche e genealogia
Mitico sovrano di Atene, collocato negli anni immediatamente anteriori al sinecismo attico (ovvero all’unificazione dei diversi villaggi attici in una sola unità amministrativa facente capo ad Atene: evento che la tradizione greca attribuiva a Teseo). Nacque a Mègara, dove il padre Pandìone, cacciato da Atene per opera dei figli di Mezìone, si unì in matrimonio con Pìlia.

Egeo e Teseo
Dopo la morte di Pandìone, Egeo marciò alla riconquista del trono paterno insieme ai fratelli Pallante, Lico e Niso. Sconfitti gli usurpatori, ottenne di poter regnare su Atene. Essendo ancora privo di figli, interrogò l’oracolo di Delfi, ricevendone un responso enigmatico: «non sciogliere i piedi dell’otre prima di essere arrivato al punto più alto di Atene» (Apollodoro, Biblioteca III 15, 6; vi allude Euripide, Medea 679-681). Per intendere il detto oracolare si rivolse a Pittèo, re di Trezene, famoso per la sua sapienza. Questi intese il responso, fece ubriacare Egeo e lasciò che giacesse con sua figlia Etra: ma nella stessa notte la principessa fu amata anche dal dio Poseidone, secondo un motivo mitico ricorrente nelle vicende degli eroi (per esempio in quella di Eracle).

Dalla doppia unione nacque Teseo, che fu allevato a Trezene dal nonno e dalla madre. Egeo impose alla donna di non rivelare al figlio la sua identità, se prima non fosse stato in grado di spostare un masso sotto il quale egli aveva nascosto una spada e un paio di sandali. Teseo crebbe, superò la prova e ritornò in Atene sotto falso nome. Qui fu ospite di Egeo, che nel frattempo si era unito a Medea, avendone un figlio di nome Medo. Proprio mentre la maga stava per avvelenare Teseo, avendo intuito in lui un pericoloso rivale di Medo, Egeo riconobbe il figlio grazie alla spada e ai sandali. Medea fu scacciata, padre e figlio si ricongiunsero, divisero il regno e domarono la rivolta dei cinquanta figli di Pallante, che miravano a ottenere la sovranità di Atene (ma secondo altre fonti la vicenda sarebbe posteriore alla morte di Egeo).

Morte di Egeo
Il re Egeo morì alcuni anni più tardi, quando il figlio Teseo, tornando vincitore dalla lotta contro il Minotauro, si dimenticò di issare sulla propria nave le vele bianche: era questo il segno convenuto con il padre, che vedendo le vele nere, e credendo morto il figlio, si uccise gettandosi nel mare a cui diede il suo nome. Il suicidio di Egeo veniva commemorato annualmente durante la festa degli Oschophória. Ad Atene è testimoniato in epoca storica un herôon (un sacello eroico) a lui dedicato e il suo nome appare legato tanto al culto di Apollo Delfinio, quanto a quello di Afrodite Urania.

[Federico Condello]