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Temi in viaggio
Medici dimissionari e malati incurabili
T10
René Magritte,
Il terapeuta
La gabbia è aperta, ma le colombe, indifferenti, non hanno nessuna
intenzione di uscire. La presenza muta e imponente del terapeuta
sembra esigere dal paziente-spettatore una risposta, in termini di
reazione emotiva, che dia un senso all’apparizione svelata.
Alla figura del terapeuta il pittore belga René Ma-
gritte (1898-1967) dedica, a partire dal 1936, di-
verse opere in cui, lavorando sulla stessa composi-
zione (una figura anonima e senza testa che riem-
pie via via il proprio corpo di oggetti diversi: una
voliera, un cielo nuvoloso…), propone del soggetto
scelto una serie di versioni. Interessato particolar-
mente, come tutti gli artisti del Surrealismo di cui
è uno dei massimi esponenti, a rappresentare sul-
la tele le libere associazioni di idee e i misteriosi
meccanismi dell’inconscio, Magritte dichiara: «Le
immagini vanno viste quali sono, amo le immagini
il cui significato è sconosciuto poiché il significato
della mente stessa è sconosciuto».
La versione del
Terapeuta
che qui proponiamo è
del 1941. Seduto sulla spiaggia in riva al mare,
il dottore che dovrebbe curare è senza testa: le ri-
sposte ai problemi dei pazienti sembrano però al-
bergare dentro di lui, come enigmatici segni da
interpretare.
La posizione dominante del terapeuta, seduto a gambe larghe
sopra una duna che sembra simulare un trono, le braccia
aperte (da una parte il bastone da passeggio come uno scettro,
dall’altra il sacco del viandante), richiama l’immagine di un re
in attesa di dare udienza ai suoi sudditi.
Il mantello rosso sulle spalle del terapeuta si
apre sulla gabbia degli uccelli come un sipario
sulla scena: lo spettacolo offerto è straniante ed
enigmatico, come un sogno da interpretare.
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