ranei, non è probabilmente mai esistito. Anche nelle società matrilineari sono gli
uo-
mini
che tendenzialmente
detengono l’autorità
. La questione si chiarisce attraverso
l’esempio degli isolani delle Trobriand studiati da Malinowski, il quale ne descrisse ap-
punto il sistema di discendenza matrilineare e l’autorità che, presso di loro, lo zio ma-
terno esercita sui figli della sorella.
Avuncolato
Avuncolato (da avunculus o “piccolo nonno”, come veniva chiamato dai
latini lo zio materno) è il nome che gli antropologi hanno dato ad un complesso di ele-
menti culturali (autorità, residenza, eredità ecc.) che caratterizzano, in certe società, la
relazione tra un individuo
(“avuncolo”)
e il figlio di sua sorella
.
Chi portò al centro del dibattito antropologico l’istituzione dell’avuncolato fu
Broni-
slaw Malinowski
che, nei suoi studi sulle comunità delle Trobriand, analizzò la dina-
mica dell’autorità e delle disposizioni affettive coinvolgenti quattro individui: una don-
na e il figlio maschio di lei, il fratello della donna e il marito di quest’ultima. La sco-
perta di Malinowski consistette nell’accertare che in questa società matrilineare lo zio
materno di Ego, oltre a provvedere al sostentamento della famiglia della sorella, eser-
citava sui figli maschi di quest’ultima l’autorità, trasmetteva loro i beni, le conoscenze
e le eventuali cariche politiche e rituali (una situazione simile si ha in molte altre so-
cietà sparse per il globo).
Società matrifocali
Vengono chiamate società
matrifocali
quelle società nelle quali
le
figure maschili
tendono, per alcuni aspetti, a essere
marginali
rispetto alla condu-
zione degli affari e alla gestione del patrimonio familiare. In queste società, raramente
identificabili con questo o quel popolo, questa o quella cultura, gli uomini sono spesso
assenti perché cacciano, commerciano, viaggiano oppure non vogliono o non posso-
no crearsi legami troppo stabili perché impegnati a guadagnarsi da vivere come e dove
capita. La conseguenza è che la cura dei figli, il loro mantenimento e la loro educazio-
ne grava interamente sulle spalle delle madri, le quali diventano il centro della società.
In molte aree del Mediterraneo, dove pure vige per tradizione un sistema che pone il
maschio al centro della scena pubblica, esistono realtà matrifocali. In molti paesi suda-
mericani contemporanei, dove in aree economicamente depresse gli uomini non han-
no lavori stabili, essi partecipano solo occasionalmente alla vita delle loro “famiglie”.
La matrifocalità non è legata necessariamente alla discendenza matrilineare. Un caso
di matrifocalità accentuata è infatti rappresentato dai mundurucu del Brasile centrale,
i quali sono patrilineari ma matrilocali, perché quando si sposa, un uomo si stabilisce
nel villaggio della moglie senza tuttavia abitare con lei. Egli va ad abitare al centro del
villaggio, nella cosiddetta “casa degli uomini”, la quale ospita gli altri mariti, anch’essi
provenienti da fuori, e gli uomini non sposati del villaggio (fratelli e figli delle donne
del villaggio i quali abbiano raggiunto l’età pubere). Le donne, dal canto loro, abita-
no in “case” disposte circolarmente nel villaggio, con le loro madri, le loro figlie e i lo-
ro figli sessualmente immaturi.
Quello di società matrilocale è una nozione fluida, che serve a indicare una forma di
centralità (a volte blanda, a volte decisa) detenuta dalle donne nella vita della fami-
glia. Essa non ha nulla a che vedere con il matriarcato e neppure con la matrilinearità.
Compensazione matrimoniale
Viene così chiamato l’
insieme dei beni
di varia natu-
ra (utensili, denaro, vesti, terre, bestiame, monili) che sono
trasferiti dal gruppo dello
sposo al gruppo della donna
quando questa viene ceduta in matrimonio.
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