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Percorrere i generi
I temi
La lotta tra il Bene e il male
La
contrapposizione tra Bene e Male
è un tema ricorrente nella narrativa
fantasy. Il Male si incarna spesso in
mostri paurosi
, contro i quali si de-
vono battere gli
eroi “buoni”
, rap-
presentati in questo caso da Frodo.
Shelob, il ragno che uccide e divo-
ra, vive naturalmente nell’oscuri-
tà, come tutte le
creature infernali
,
in una tana buia e fetida, intricata
come un labirinto. Le forze del Be-
ne invece si incarnano in
creature
superiori
, gli elfi, di cui è regina la
protettiva e luminosa Dama Gala-
driel, signora di Lórien. La lotta tra
il Bene e il Male è sempre una lotta
senza quartiere, perché nei romanzi
fantasy non si cerca mai una
media-
zione
tra questi due opposti princi-
pi morali, ma solamente la
vittoria
totale
del Bene sul Male.
La dimensione magica
La presenza
della
magia
è un elemento essen-
ziale per definire fantasy un’ope-
ra. In genere la magia è un dono
raro ma dagli effetti straordinari,
che dà potere tanto all’eroe prota-
gonista quanto ai suoi avversari.
Due sono i caratteri fondamentali
della magia nel fantasy: innanzitut-
to essa è presentata come un
fe-
nomeno del tutto normale
, come
una regola coerentemente inseri-
ta nel contesto narrativo, priva di
quell’eccezionalità che ne fa un fe-
nomeno inquietante in altri generi
letterari. Secondariamente essa è
limitata
, nel senso che nessuno ne
può disporre in modo totale e ar-
bitrario: questi limiti servono a ga-
rantire un
equilibrio
nelle vicende
e tra i personaggi, che altrimenti si
ritroverebbero totalmente in balìa
di chi detiene il controllo assoluto
del potere magico.
Lo stile
oltre la fiaba
Nonostante il rife-
rimento a creature soprannaturali
e oggetti magici, il fantasy non è
assimilabile semplicemente a una
fiaba. Se è vero che questo gene-
re prende in prestito alcuni
spunti
dalla narrazione fiabesca (il ruolo
del donatore, il mezzo magico, le
prove che l’eroe-protagonista deve
superare), è altrettanto vero che li
rielabora in un
contesto
narrativo
ben
più complesso
: i personaggi,
ad esempio, non sono riconducibili
a tipi fissi e ricorrenti, come accade
appunto nelle fiabe, ma sono per-
sone individualmente ben ricono-
scibili e con una loro
complessità
psicologica
, evidenziata attraver-
so i comportamenti, le emozioni e
i sentimenti.
I richiami epici
Nel momento cul-
minante della lotta contro Shelob,
Frodo impugna una
spada che ha
un nome
(
Pungolo
), proprio come le
spade degli eroi epici più classici (si
pensi alla Durlindana di Orlando o
alla Excalibur di Artù). Inoltre la sua
fuga iniziale davanti al nemico e poi
il suo ritrovato coraggio può richia-
mare le
esitazioni umane dell’eroe
omerico Ettore di fronte ad Achille.
Anche la presentazione della scena
(
Frodo, Hobbit della Contea, avanzò
deciso verso gli occhi
) evoca nella
sua
solennità
il linguaggio dei po-
emi antichi.
una narrazione tradizionale
Dal
punto di vista della struttura narra-
tiva, siamo di fronte a un
testo
piut-
tosto
semplice
: il narratore segue i
due protagonisti nel labirinto sotter-
raneo, riportando sulla pagina le lo-
ro diverse sensazioni. Si tratta quin-
di di un
narratore onnisciente
, che
già conosce tutto lo sviluppo della
storia e che ce la racconta secondo
uno schema che lui stesso ha predi-
sposto, privilegiando di volta in vol-
ta questo o quell’episodio, questa o
quella situazione narrativa.
guida alla lettura
ATTIVITÀ
comprensione
1
Verifica la tua comprensione del testo rispondendo
alle seguenti domande.
a
Dove si trovano Frodo e Sam?
in una boscaglia oscura
in una grotta aperta
in una tana sotterranea
b
In che momento del giorno avviene l’azione?
di notte
al tramonto
non viene detto
c
A chi appartengono gli occhi che compaiono nell’o-
scurità?
a Shelob
alla Dama
a Frodo
d
Chi/che cosa è
Pungolo
?
la spada di Sam
la spada di Frodo
un compagno di viaggio
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