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La specificità della sociologia
Lo “specifico” della sociologia
Quale sarà dunque l’angolatura specifica che contrad-
distingue l’indagine sociologica, differenziandola dalle restanti scienze sociali? Essa stu-
dia, secondo la definizione provvisoria che abbiamo dato, il comportamento degli uma-
ni nel contesto degli altri umani con cui essi entrano in contatto.
In altri termini, la sociologia studia la società e la varietà dei fenomeni che in essa si
ritrovano. Ma lo fa – e qui sta l’aspetto importante – da un punto di vista particolare,
cioè ponendosi degli interrogativi specifici che sono caratteristici esclusivamente del
suo modo di procedere, e che la differenziano dalle altre sciene umane.
Secondo il filosofo greco
Aristotele
(384-322 a.C.),
l’essere umano è per natura so-
cievole
. Ciò significa che, a suo avviso, l’essere umano non deve sforzarsi per stabilire
una relazione con gli altri. Al contrario, fin dalla nascita è inserito in un contesto so-
ciale: la famiglia. Per costruire i rapporti con le persone, inoltre, dispone – unico tra
gli esseri viventi – di uno strumento privilegiato: la parola, attraverso la quale comuni-
ca pensieri, emozioni ecc. Non è necessario alcun patto o alcuna forma di coercizione
per vivere con i suoi simili; il tutto avviene spontaneamente.
Questo modo di vedere la socialità degli individui non è più condiviso da molti, so-
prattutto nel campo della sociologia. Già nel XVII secolo l’inglese
Thomas Hobbes
(1588-1679) ha sostenuto che
senza un apparato di leggi capace di disciplinare il
comportamento degli individui si scatenerebbe una guerra di tutti contro tutti
,
all’insegna della sopraffazione e della vittoria del più forte. Non è vero che l’associarsi è
un fatto naturale; ci si riunisce piuttosto per paura di soccombere o per trarre un van-
taggio personale. In misura diversa, ognuno di noi tende a nuocere a chi gli sta vicino,
specialmente perché molti desiderano la stessa cosa, che sovente non
possono usare in comune o condividere. L’istinto a prevalere con la
forza è una prerogativa dell’intero genere umano, senza eccezioni.
Non fanno parte del nostro patrimonio genetico la solidarietà e la
fiducia nei confronti di chi ci circonda. Per questo, affinché il con-
flitto abbia termine, a parere di Hobbes è bene stringere patti con
gli altri umani. Nel farlo, naturalmente, non siamo ispirati da mo-
tivi ideologici o morali. Ci decidiamo per la pace semplicemente
in quanto “ci conviene”.
Le osservazioni di Hobbes ci mostrano la società da un punto di vi-
sta nuovo. La socialità non è un carattere “naturale” dell’essere uma-
no, ma qualcosa che va per noi “contro natura”, contro i nostri in-
teressi individuali più pressanti.
All’origine della riflessione sociologica sta la “scoperta” del fatto che
esistono degli individui i quali, più o meno spontaneamente, e co-
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Che cos’è la sociologia
Thomas Hobbes.
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