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Nuova Europa e Nuovo Mondo
UNITÀ DI APPRENDIMENTO
La sintesi
1
Il Cinquecento europeo fu caratterizzato da un grande sviluppo
economico, culturale e demografico, dovuto al miglioramento
delle condizioni di vita sia grazie all’aumento della produzione
agricola – con l’introduzione anche di colture provenienti dal
Nuovo Mondo –, sia per la diminuzione delle malattie e per le
condizioni climatiche più favorevoli. Le nuove scoperte geografi-
che favorirono lo sviluppo del commercio su scala internazionale
e del trasporto navale, non solo nei mari ma anche nei grandi
fiumi. Lo sviluppo delle attività industriali e manifatturiere favorì
l’affermazione delle città e della borghesia e la crescita dell’at-
tività bancaria e finanziaria, che raccoglieva i capitali di grandi
e piccoli investitori.
2
Il sistema di Stati che si era costituito in Italia si dimostrò mol-
to fragile rispetto alle grandi
monarchie nazionali
europee,
che in questo periodo riuscirono a consolidare il loro potere. La
frammentazione territoriale dette impulso ai sovrani stranieri per
intraprendere la conquista della penisola, che sembrava il primo
passo verso l’
egemonia
in Europa. Con il re francese Carlo VIII,
che scese in Italia nel 1494, si aprì il periodo delle “
guerre d’Ita-
lia
” e si avviò il processo di declino della penisola, che favorì la
Spagna
, la quale ne sarebbe diventata padrona quasi assoluta.
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Varcate le Alpi, nel suo viaggio verso il regno di Napoli, Carlo
VIII passò facilmente in Savoia, a Milano e in Toscana (dove
però i Medici vennero cacciati e fu restaurata la repubblica) ed
entrò a Roma, dove Papa Alessandro VI gli concesse il passaggio
dai propri territori. Nel marzo 1495 riuscì a impadronirsi del re-
gno di Napoli, ma alcuni eventi negativi e lo scontro con la Lega
Santa (Spagna, Venezia, Stato della Chiesa, impero e Ducato di
Milano) lo costrinsero a rientrare in
Francia
. Nel 1498 il nuovo re
francese Luigi XII si mosse alla conquista del Ducato di Milano,
appoggiato dal papa, Venezia e Firenze, riuscendo a ottenerlo;
ma fu costretto a limitare le sue mire espansionistiche al nord,
dopo essere stato sconfitto dagli Aragonesi al Garigliano (1503).
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Papa Giulio II si impegnò nella ricostruzione dello Stato della
Chiesa e nel tentativo di liberare la penisola dalle potenze
straniere. Per riconquistare i territori pontifici, lottò prima contro
Cesare Borgia e poi si alleò con la Francia, l’impero, e la Spagna
per ostacolare Venezia. Ciò tuttavia rafforzò la potenza france-
se: il pontefice fronteggiò dunque Luigi XII scomunicandolo e
formando una nuova Lega Santa. Mentre a Firenze, abbattuta la
Un personaggio significativo
Girolamo Savonarola
Personalità capace di suscitare odi e fanatismi, amori viscerali e profonde fedeltà, Girolamo Savonarola nacque a Ferrara
nel 1452. Studiava medicina quando sentì la chiamata di Dio: passò dunque alla teologia e nel 1476 si fece frate dome-
nicano. Nel 1482, nominato nel convento di San Marco (di cui nel 1491 sarebbe diventato priore), giunse nella Firenze di
Lorenzo il Magnifico, che egli stesso non esitò a definire «il cuore d’Italia», e nel 1490-91 divenne
famoso con le sue infocate prediche che preannunciavano imminenti calamità, per Firenze
e per l’Italia, e una rigenerazione della Chiesa attraverso castighi e sofferenze: credeva infat-
ti attuabile una concreta azione di riforma spirituale e politica che si estendesse da Firenze
a tutto il mondo cristiano. Dopo la calata di Carlo VIII e la cacciata di Piero Medici, nel 1494, egli
divenne dunque l’ispiratore di una repubblica popolare fondata sul ritorno ai principi del Cristianesi-
mo primitivo. Se dal pulpito si scagliava contro l’immoralità – in particolare della Chiesa romana e del
papa Borgia con il suo nepotismo –, quanto alla città aveva invece posizioni moderate e una condotta politi-
ca accorta, in linea con le tradizioni democratiche fiorentine. Non così era per i suoi seguaci – i “piagnoni” –, che ne
radicalizzarono i principi in rigore moralistico, andando di casa in casa a sequestrare ogni frivolezza – oggetti e abiti
lussuosi, libri e opere d’arte – per gettarlo nei roghi pubblici, i famosi “bruciamenti delle vanità”.
Tutto ciò, ovviamente, gli creò una quantità di potenti nemici: in primo luogo il pontefice – che nel 1497 lo scomu-
nicò – e poi gli appartenenti alla lega antifrancese (come Ludovico il Moro), gli esponenti dell’oligarchia cittadina (gli
“arrabbiati”) e quelli del partito mediceo (i “palleschi”), così che ben presto egli si trovò isolato. Savonarola era ormai
una figura “pericolosa” per la stessa Repubblica fiorentina, che nel 1498 lo arrestò e, dopo un rapido processo, il
23 maggio lo impiccò e ne arse il corpo sul rogo, davanti a Palazzo Vecchio, gettandone infine le ceneri in Arno.
repubblica, tornarono i Medici, Francesco I scese in Italia e gra-
zie all’aiuto di Venezia prese Milano. In Italia si era formato un
equilibrio apparente tra Francia e Spagna, ma presto si riaccese
il conflitto per la
supremazia
nella penisola.
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La pace di Noyon del 1516 sancì lo
status quo
spartendo l’Italia
tra i sovrani di Spagna e Francia, che allo stesso tempo mirava-
no a divenire successori dell’Imperatore Massimiliano. A vincere
fu Carlo I, nuovo re di Spagna, che grazie all’aiuto dei banchieri
tedeschi fu eletto imperatore col nome di Carlo V, estendendo
la sua sovranità alla Germania e ai possedimenti imperiali degli
Asburgo. Il sovrano di Francia e il nuovo imperatore tornarono
a scontrarsi ripetutamente dal 1521 sul territorio italiano, che
rivestiva un’importanza strategica fondamentale. Ma Carlo V era
impegnato anche sul fronte tedesco, dove si stava diffondendo
la Riforma di Martin Lutero, e contro i Turchi che minacciavano
sia l’impero che le basi castigliane sulle coste africane.
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Nel conflitto contro la Francia, Carlo V si alleò con col papa
e gli Inglesi, sconfiggendo Francesco I a Pavia. La reggente
di Francia, Luisa di Savoia, riuscì a far staccare dall’alleanza con
l’imperatore sia l’Inghilterra che lo Stato della Chiesa e a forma-
re con loro la Lega di Cognac. Ma gli Stati italiani non avevano
forze adeguate per opporsi alle grandi potenze e ai loro eserciti:
Carlo V prima si vendicò del tradimento del papa con il Sacco
di Roma, poi fu costretto a riavvicinarsi a lui per ottenere l’inve-
stitura del Regno di Napoli, promettendogli di ristabilire i Medici
a Firenze (da cui erano stati nuovamente cacciati). Con la pa-
ce di Cambrai del 1529, il re francese rinunciò alle sue pretese
sull’Italia, mentre Carlo V divenne re di Napoli; successivamente
fu incoronato nuovamente, dal pontefice, imperatore del Sacro
Romano Impero.
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Durante il Cinquecento l’Impero ottomano proseguì la propria
espansione sotto i due grandi sovrani Selim I e Solimano il
Magnifico. Una delle figure più importanti della guerra di corsa
turca nel Mediterraneo fu l’ammiraglio chiamato Barbarossa, che
si rivolse contro i porti italiani e iberici, creando gravi problemi
alla Spagna di Carlo V. I musulmani non erano ora più visti come
un nemico della cristianità, ma come una delle potenze del gioco
internazionale e come un possibile forte alleato: così Francesco
I si alleò con Solimano il Magnifico contro gli Spagnoli, mentre
Carlo V aveva relazioni costanti con lo scià di Persia.
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