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4. Le opere prima del
Decameron
ma di arrivare a imboccare quella trionfale del
Decameron
. “Sperimentazione” è la parola
che meglio descrive la sua attività nel corso di questi anni giovanili, più o meno dal 1334
al 1348: una sperimentazione ricca, intensa e intelligente, grazie alla quale saggia tutte
le soluzioni che gli sembrano adeguate al suo bisogno letterario, fino a liberarsi dei suoi
ingombranti modelli e facendo emergere la fonte più autentica della propria personalità.
Le opere in terzine
Le prime tre opere di Boccaccio,
La caccia di Diana
(scritta nei primi anni del soggiorno
napoletano, 1334 ca.), la
Commedia delle Ninfe fiorentine
(detta anche
Ninfale d’Ameto
o
Ameto
, 1341-1342 ca., al tempo del rientro a Firenze) e
L’amorosa
visione
(1342 - primi
mesi del 1343) appaiono legate da molteplici motivi. Innanzi tutto, sono scritte in terzine
(nell’
Ameto
alternate a brani in prosa).
Inoltre, tutte e tre sono caratterizzate da un’intenzione allegorica: nella
Caccia di Diana
un cervo vede le donne più belle della corte napoletana riunirsi al seguito di Diana per
andare a caccia, e alla fine si trasforma in un uomo, che si offre come dono d’amore a una
delle donne, devota a Venere; nella
Commedia delle Ninfe fiorentine
il rozzo pastore Ameto
ascolta in sequenza i racconti d’amore di un gruppo di sette ninfe, al termine dei quali
è trasformato da Venere in un amante raffinato; nell’
Amorosa visione
il narratore riceve
da Cupido una mirabile visione, che consiste nel visitare un bellissimo palazzo le cui
pareti sono affrescate con storie e personaggi sia antichi sia medievali; la lettura e l’in-
terpretazione di questi affreschi serve all’educazione dell’autore e degli eventuali lettori.
L’allegorismo delle tre opere, oltre naturalmente all’uso della terzina, riporta decisamente
a un’atmosfera dantesca, ma come si vede Boccaccio sostituisce ambienti e miti umani
a quelli ultraterreni e celesti di Dante.
Non è difficile constatare che i personaggi di queste prime prove letterarie sono spesso
di carattere mitologico: divinità antiche come Diana e Venere, e ancor più le Ninfe, che
consentono di introdurre nel contesto un forte elemento femminile, senza chiamare
in causa donne in carne e ossa. Centrale, qui e altrove, è l’elemento erotico: attraverso
allegoria e modello
dantesco
mitologia ed erotismo
John William Waterhouse,
Ila e le ninfe
, 1896, olio
su tela. Manchester, City
Galleries.
10 V1C8 Boccaccio 468-634.indd 473
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