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Alla ricerca di sé:
ricordi, esperienze, riflessioni
L’autobiografia è una componente importante della satira oraziana. Non si tratta mai di au-
tobiografia fine a se stessa, ma di una ricerca finalizzata al messaggio morale: Orazio parla di
sé tenendo sempre come riferimento il lettore. Con il medesimo obiettivo il poeta satirico
giudica il comportamento altrui: non per elogiare o condannare, ma per opporre valori po-
sitivi ai loro contrari e, in questo modo, delineare
parametri morali
.
I testi qui raccolti costituiscono un vero e proprio Percorso utile per capire la formazione
della personalità di Orazio e dei suoi princìpi etici. Si parte dal giovanile
epodo VII
, in cui
vediamo un Orazio disorientato dalle guerre civili, sommerso da funesti presagi per sé e per
il destino di Roma. L’epodo potrebbe risalire agli anni intorno al 38 a.C.
Nello stesso anno 38 Orazio conosce Mecenate e la sua vita subisce una svolta positiva: il
passo riportato della
satira I 6
motiva la sua fortunata posizione con il merito individuale
e soprattutto con la lungimiranza di suo padre, che era un semplice liberto ma aveva avuto
l’accortezza di investire ogni sforzo nell’istruzione del figlio.
Nella
satira I 5
vediamo Orazio ormai pienamente a suo agio nella cerchia degli amici che
contano, cooptato al seguito di Mecenate in un’importante missione diplomatica.
A conclusione del Percorso, nel brano della
satira I 1
, il poeta formula i suoi princìpi di vi-
ta, improntati a equilibrio e misura, nella convinzione che l’uomo, se aspira a raggiungere
qualche scampolo di felicità, debba prima rimuovere le cause dell’infelicità, che sono tutte
sostanzialmente da ricondurre al non sapersi accontentare.
T1
I giorni della paura
L’epodo VII, insieme con il XVI, esprime i funesti presagi di chi come Orazio, reduce dalla battaglia
di Filippi del 42 a.C., aveva assistito al
crollo delle idealità repubblicane
e si ritrovava sperdu-
to di fronte all’incombere di
nuove guerre civili
. Nel dare voce al disorientamento dei contem-
poranei, incapaci di decifrare la logica che governa la storia, il poeta si rifugia in sinistre visioni,
legate allo schema mitico e arcaico di una colpa originaria.
La datazione più probabile dell’epodo pare quella del
38 a.C.
In quell’anno, infatti, si era riacceso
il contrasto tra Ottaviano e Sesto Pompeo, il figlio di Pompeo che dominava il Mediterraneo occi-
dentale con la sua flotta corsara, dopo che la pace di Brindisi del 40 tra Ottaviano e Antonio ave-
va dato l’illusione della fine delle guerre e di una
nuova età dell’oro
, celebrata da Virgilio nella IV
ecloga. Non è tuttavia da escludere una datazione anteriore, forse il 41, subito dopo Filippi, quando
la ribellione degli italici esasperati dalle confische fu repressa da Ottaviano nella guerra di Perugia.
È certo, in ogni modo, che l’epodo è anteriore all’amicizia di Orazio con Mecenate, iniziata nel
38, e al suo rapporto con Ottaviano: esso consente dunque non solo di capire lo
stato d’animo
disorientato
e terrorizzato del cittadino romano in quegli anni di guerra, ma anche di motivare
la successiva adesione di intellettuali come Orazio e Virgilio all’ideologia augustea.
Un’autobiografia
funzionale
Un percorso
di formazione
Epodo
VII
ItalIano
Trad. di A. Roncoroni
1° PERCORSO
epodi
e
satire
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