Il concetto di bellezza ha sempre suscitato grande interesse nel pensiero umano. Se ne sono occu-
pati filosofi, letterati, artisti e scienziati, proponendo canoni estetici diversi a seconda delle diverse
epoche storiche e delle diverse aree geografiche. L’analisi sistematica del “bello” nel mondo occiden-
tale comincia con Platone (428-348 a. C.), filosofo greco: per lui la bellezza, con i concetti di “
bene
”
e “
vero
”, è uno dei tre generi assoluti di valori. Tale interpretazione, che unisce dunque bellezza e
bontà, si fissa nei parametri della classicità e continua quasi inalterata sino al Settecento, nonostan-
te i canoni estetici vengano fissati, elaborati e ridiscussi di volta in volta da grandi interpreti; uno fra
tutti è Leonardo da Vinci (1452-1519) i cui studi su bello e armonia scaturiscono nel famoso disegno
dell’
Uomo vitruviano
: questa è la rappresentazione delle perfette proporzioni del corpo umano, che
pertanto sono ritenute
oggettive
, cioè rispondenti a dati concreti accettati da tutti.
Bisogna attendere il Romanticismo perché i canoni classici vengano sconvolti: la bellezza diventa su-
blime, irregolare e può sconfinare nel “brutto” perché dell’essere umano viene apprezzata in partico-
lare la sua
soggettività
, vale a dire la sua unicità. Questa concezione soggettivistica conduce all’ab-
bandono delle regole estetiche prefissate.
Eppure oggi sembra di essere tornati al passato, non tanto perché viene ri-
proposto un ideale classicista di bellezza, quanto perché si tende a un’idea
uniforme
di bello riconosciuto - e pertanto accettato - da tutta la società.
L’aspetto esteriore è spesso considerato un mezzo per ottenere status e
riconoscimento sociale
.
La bellezza fisica, sia femminile sia maschile, pare essere stabilmente de-
finita: si chiede un fisico magro e longilineo alla donna, un corpo asciutto
e muscoloso all’uomo mentre le pubblicità e i programmi televisivi propu-
gnano un ideale di perfezione assolutamente irreale.
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Sezione 1
CONOSCERS I
2
ACCETTARSI
Gli
adolescenti
, alle prese con
gli importanti cambiamenti del
proprio fisico, finiscono per
detestare la propria “normalità”;
ciò crea
problemi di autostima
e autovalutazione
e la ricerca
di un’avvenenza narcisistica,
finalizzata soltanto a suscitare la
considerazione degli altri.
Le
ragazze
si ritengono brutte
e poco attraenti, nascondono il
proprio corpo sotto indumenti
informi. Vivono
problemi di
accettazione
, maturano un
criticismo esasperato e si
isolano dai coetanei temendone
la derisione.
I
ragazzi
soffrono per lo
stesso motivo delle ragazze
ma reagiscono diversamente:
ad esempio possono cercare
la
disarmonia
, mortificando
il proprio corpo con esagerati
piercing, tatuaggi, catene,
abiti trasandati, scarsa igiene.
Il pensiero sotteso a simili
atteggiamenti è che sia meglio
crearsi attivamente un’identità
sgradevole piuttosto che subire
passivamente l’indifferenza altrui.
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Come si comportano gli adolescenti rispetto a
canoni estetici
così
irraggiungibili
e
frustranti
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