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La sete nel mondo
Il problema dell’accesso
all’acqua potabile e in genere
il rapporto con le risorse idriche
va ripensato sia dal punto di vista
ecologico che da quello
economico e politico. Almeno 31
fra i Paesi in via di sviluppo hanno
carenza di acqua potabile
e questo ha terribili ripercussioni
non solo sulla vita di tutti i giorni,
ma anche sulla salute di intere
popolazioni. Si calcola che
almeno l’80% di tutte le malattie,
responsabili di più del 30%
delle morti, siano da attribuire
a scarsità o cattiva qualità
dell’acqua. Con l’aumentare
della popolazione mondiale,
il consumo di acqua (anche
non direttamente per l’uso
umano) è triplicato dal 1950
a oggi. Questo dato fa supporre
che il numero delle persone
con limitato accesso all’acqua
potabile possa passare
dagli attuali 500 milioni
a 2,5 miliardi entro il 2025.
Le differenze nei consumi
Il
consumo differenziato
di acqua fra i Paesi svi-
luppati e quelli in via di sviluppo presenta questi dati:
in
Europa
e nell’
America settentrionale
e in
Oceania
ogni giorno si registra un consumo d’ac-
qua medio per abitante oscillante
fra i 300 e i 600
litri
, ma con sensibili differenze: un australiano uti-
lizza in media più di 1000 litri di acqua potabile al
giorno, un americano ne utilizza da 300 a 400 litri e
un europeo da 100 a 200 litri;
in
Asia
e in
America centrale e meridionale
il
consumo medio per abitante varia
fra i 50 e i
100 litri
al giorno;
in
Africa
il consumo medio per abitante è com-
preso
fra i 10 e i 40 litri
al giorno. Molte persone,
in gran parte donne, per corrono chilometri per
potersi rifornire di un po’ d’acqua.
Quantità e qualità
Il paradosso è rappr esentato dal fatto che sia in
America Latina
sia in gran parte dell’
Africa
, in par-
ticolare quella
subsahariana
,
l’acqua è natural-
mente abbondante
, ma una parte rilevante della
popolazione ha difficoltà a trovarne di potabile.
Il
problema
non è quindi di quantità di acqua, ma
di
qualità e di disponibilità
(mancanza di impianti
fognari, acquedotti, potabilizzatori ecc.).
Secondo gli esperti,
occorrerebbe un raddoppio
degli investimenti
da destinare al finanziamento di
sistemi per
migliorare
i modi di impiego idrico nel-
l’
irrigazione
dei terreni agricoli, per
rinnovare
le
strutture di
produzione e distribuzione
dell’ac-
qua potabile e per costruir ne di nuove, per
pre-
servare
al massimo le
riserve acquifere disponi-
bili
e per
limitarne l’inquinamento
.