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La geografia della fame
Denutrizione e fame nel mondo
Nella scienza dell’alimentazione, la
caloria
è l’unità di
misura del
valore energetico degli alimenti
. A cia-
scun individuo sono necessarie almeno 2400 calorie
giornaliere per garantirsi la sopravvivenza in buone
condizioni di salute. Quando si scende
sotto le 2050
calorie quotidiane
, si parla di
denutrizione
o
ipo-
nutrizione
(bassa nutrizione): in questa condizione il
corpo umano non riceve il livello minimo di alimenta-
zione necessario per svolgere le attività quotidiane.
Nel mondo attuale, grazie alla facilità nei trasporti, i
prodotti alimentari possono essere consumati in luo-
ghi distanti migliaia di chilometri da quelli nei quali
sono prodotti. Nonostante ciò,
in vaste regioni del
Pianeta
– in Africa, Asia e America Latina – molte
comunità soffrono la
malnutrizione
, la
denutrizione
e la
fame
. Per contro, nelle
regioni più sviluppate
del Pianeta le popolazioni sono spesso
ipernutrite
e, anche a causa di un consumismo spesso accen-
tuato dalla pubblicità, rischiano gravi danni per la
salute: sono sempre più diffusi, infatti, obesità, car-
diopatie e diabete.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità
(
OMS
), nei
Paesi sviluppati
si hanno a disposizione
almeno
3500 calorie giornaliere a testa
e succede
anche di ammalarsi per sovralimentazione o per mal-
nutrizione. Secondo la stessa fonte, nei
Paesi in via di
sviluppo
, una rilevante parte della popolazione ha a
disposizione
meno di 1700 calorie
.
Nei Paesi in via di sviluppo, spesso inter e popola-
zioni soffrono di
carenza
di una componente
essenziale della materia vivente come le
proteine
,
soprattutto quelle che derivano dagli animali (carne,
pesce, uova, latte e suoi derivati). Questo accade
perché la lor o alimentazione dipende in grande
misura dai pr odotti alimentari vegetali, come la
patata, la manioca, e da alcuni cer eali, come per
esempio il sorgo, il miglio e l’avena: ciò avviene in
molti
Paesi dell’Africa equatoriale
.
Tuttavia il problema della fame non è legato, come si
potrebbe pensare, all’insufficiente disponibilità di ali-
menti: le
capacità produttive dell’industria ali-
mentare
, infatti,
crescono
in modo più che propor-
zionale all’aumento della popolazione. Il pr oblema
della fame è pertanto legato alla
ridistribuzione del-
le risorse
tra le varie popolazioni del Pianeta.
La denutrizione infantile
I
bambini
sono tra le
principali vittime
della denu-
trizione. La mancanza di cibo adeguato nei primi
anni di vita, infatti, impedisce un corretto sviluppo e
rende più esposti alle malattie. Con il prosieguo del-
la crescita, la manifestazione più clamor osa della
denutrizione infantile è messa in evidenza dalla per-
centuale di bambini al di sotto del peso medio riferi-
to alla rispettiva popolazione.
In alcuni Paesi
del
mondo, i
bambini sottopeso
di età inferiore ai 15
anni sono
intorno al 40% del totale dei coetanei
:
ciò avviene in Bangladesh, Nepal, India, Etiopia,
Yemen, Burundi, Cambogia, Eritr ea, Niger, Laos. I
bambini sottopeso dei
Paesi sviluppati
sono in per-
centuale
tra l’1 e il 2% della popolazione infantile
.
I dati allarmanti dei Paesi più poveri
Quasi un miliardo di persone nel mondo sofre la fame. Secondo i dati forniti
nel 2008 dall’ONU, si tratterebbe per l’esattezza di 963 milioni di persone.
Le regioni più colpite sono l’Africa subsahariana, alcuni Paesi dell’America
Latina, l’Asia del Sud e del Sud-est. In Costa d’Avorio la percentuale
di bambini sotto i cinque anni gravemente denutriti è altissima.
In Senegal circa il 26% della popolazione sofre di denutrizione cronica.
Sempre secondo fonti ONU, si calcola che In Myanmar (Asia Sud-orientale)
un bambino su tre sia denutrito. In questa situazione gli aiuti internazionali
si sono rivelati insuf icienti e la FAO sostiene che la percentuale
di popolazione denutrita, anche a causa della recente crisi economica,
è destinata ad aumentare.