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Il significato del termine «sviluppo»
Il termine «
sviluppo
» è spesso usato come sinonimo di
«
crescita
»: è un po’ come riferirsi allo sviluppo di una
persona nell’età in cui essa continua a crescere (dalla
nascita alla fine dell’adolescenza). In
campo econo-
mico
, infatti, ci si aspetta che il
PIL
segnali ogni anno
la crescita o la mancata crescita di un’economia.
In realtà, anche nel linguaggio quotidiano, siamo abituati
ad associare il concetto di
sviluppo economico
non
solo alla
crescita
, ma pure all’
identità dell’economia
di un Paese
, in particolare al fatto che essa sia preva-
lentemente agricola o industriale, o che gli stabilimenti
industriali siano a tecnologia avanzata o arretrata.
Poiché dalla
Rivoluzione Industriale
in poi i Paesi
industrializzati sono stati quelli che hanno fatto regi-
strare, di anno in anno, i maggiori incrementi di cre-
scita del PIL, si è portati a considerare «
sviluppati
»
solo i
Paesi industrializzati
e a considerare «
non svi-
luppati
» i Paesi in cui il
settore industriale
è
meno
presente
o
assente
. Ciò è dovuto al fatto che il siste-
ma di produzione industriale è stato in effetti il fattore
determinante della crescita economica dei Paesi in cui
si è potuto radicare.
Paesi sviluppati e in via di sviluppo
Poiché il processo di industrializzazione è avvenuto, nel-
l’ordine, in
Europa occidentale
, nel
Nord America
,
nell’
Europa orientale
, in
Giappone
e in
Australia
, i
Paesi
compresi in questo gruppo sono stati definiti
svi-
luppati
o
Paesi a sviluppo avanzato
(
PSA
).
Gran parte dei Paesi che non hanno svolto il processo
di industrializzazione sono stati a lungo chiamati «
sot-
tosviluppati
». Fino al 1991 i Paesi europei industria-
lizzati a economia controllata del tutto dallo Stato, defi-
niti Paesi socialisti e con l’Unione Sovietica come prin-
cipale esponente, erano classificati in una categoria a
parte: oggi questi Paesi appartengono al gruppo dei
Paesi sviluppati.
Negli ultimi anni si è fatta strada la convinzione che lo
sviluppo riguarderà con il tempo l’intero Pianeta, per-
ciò l’espressione «
Paesi sottosviluppati
» è stata sosti-
tuita con «
Paesi in via di sviluppo
» (
PSV
). Inoltre da
tempo si usa indicare i Paesi sviluppati con l’espressio-
ne «
Nord del mondo
» e quelli in via di sviluppo con
l’espressione «
Sud del mondo
».
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S
TUDIA CON LA CARTA
Come è distribuita la ricchezza?
Il PIL pro capite registra solo una media della distribu-
zione della ricchezza in un Paese. Il coef ficiente di Gini
(dal nome dell’economista che lo ha inventato) permette
invece di calcolare qual è la disparità nella distribuzione
del reddito in un Paese (carta 1). Consiste in un numero
decimale che varia da 0 (cioè nessuna differenza di red-
dito all’interno del territorio considerato) a 1 (cioè mas-
sima differenza di reddito all’interno del territorio consi-
derato) ma non dà indicazioni in merito all’entità del red-
dito, che può essere alto o basso.
Le altre due carte (2 e 3) sono state r ealizzate con l’ela-
borazione Worldmapper: le dimensioni degli Stati sono
deformate in proporzione ai dati che le carte esprimono.
Come puoi vedere, le differenze fra popolazione ricca e
povera, nel mondo e in uno stesso Paese, sono ancora
forti: negli Stati Uniti, per esempio, è bassissima la per-
centuale di popolazione che vive con meno di 2 dollari al
giorno, ma sono presenti notevoli disparità nella distri-
buzione della ricchezza. In India, al contrario, è alta la
percentuale di poveri, ma la differenza nella distribuzione
del reddito è meno accentuata.
Sviluppo e sottosviluppo
Carta 2
Popolazione mondiale che vive
con meno di 2 dollari al giorno