La storia
Il primo comma fu approvato dall’Assemblea dopo la sua illustrazione da parte dell’on. Camillo Corsanego (Democrazia cristiana), che sottolineò i seguenti motivi a favore del divieto di estradizione del cittadino: il diritto alla protezione dei cittadini all’interno e all’esterno dei confini nazionali; la forte probabilità di una discriminazione del cittadino italiano da parte dell’autorità giudiziaria di un paese straniero; la presenza di legislazioni contrarie ai principi espressi dalla Costituzione della Repubblica italiana (per esempio, la presenza della pena di morte negli ordinamenti di molti paesi stranieri).
In seguito alle pressioni degli on. Giuseppe Bettiol, Giovanni Leone e Lodovico Benvenuti (Democrazia cristiana) l’Assemblea approvò anche il secondo comma che vieta espressamente l’estradizione di un cittadino per «reati politici». Spiegava l’on. Bettiol: «Qual è il giudice più naturale, se non il giudice del paese cui il cittadino appartiene? […] Il nostro giudice ha una sensibilità diversa da quella del giudice che vive sotto altro clima, in altra situazione sociale e politica».