La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Questa norma non era presente nel progetto iniziale. Fu presa in considerazione in seguito a due proposte degli onorevoli Codignola («La Repubblica garantisce il pieno e libero sviluppo, nell’ambito della Costituzione, delle minoranze etniche e linguistiche esistenti nel territorio dello Stato») e Lussu («Gli enti autonomi regionali non possono, sotto nessuna forma, limitare il pieno e libero sviluppo delle minoranze etniche e linguistiche esistenti nel territorio dello Stato»).
Codignola (tra i fondatori del Partito d’Azione e, poi, di Unità Popolare, un movimento fondato nel 1953 da un gruppo di socialdemocratici e di repubblicani che non si riconoscevano nel programma politico ufficiale dei rispettivi partiti) e Lussu (influente esponente del Partito d’Azione e, successivamente, del Partito socialista) volevano evitare che la maggioranza nazionale potesse limitare i diritti delle minoranze linguistiche in quelle regioni dove queste rappresentavano comunità etniche con proprie radicate tradizioni culturali e linguistiche (per esempio, gli altoatesini di lingua tedesca, i francofoni in Valle d’Aosta o gli sloveni in Friuli-Venezia Giulia).