La scuola delle competenze è una scuola che non rinuncia al valore dei saperi e delle discipline, ma che riesce a promuovere lo sviluppo di abilità trasversali e di capacità applicative in modo consapevole e strutturato.
L’evoluzione di questo modello pedagogico ha radici profonde e si giova ormai di un ampio patrimonio di esperienze e di buone pratiche, molto diffuse nel nostro sistema educativo.
Il contesto della complessità in cui operiamo ha reso ormai indispensabile portare tale approccio a un livello di sistema, tenendo anche conto delle istanze promosse dalle università, dalle professioni e dal mondo del lavoro in senso più ampio. A questo si aggiunge l’esigenza di una più lucida comprensione dell’evoluzione dei processi di apprendimento, anche in considerazione dell’effetto determinato dalle nuove tecnologie e in particolare dalla comunicazione digitale.
Lo stato di connessione permanente e il passaggio da un profilo cognitivo lineare ad un profilo reticolare, che presuppone limiti e opportunità del multitasking, rende tale comprensione ancor più urgente e necessaria.

1. La scuola del XXI secolo si presenta soprattutto come un contesto di laboratorio, come un ambiente di apprendimento: termine che implica non soltanto un modo diverso di insegnare, ma anche un diverso approccio comunicativo e relazionale. La scuola si configura sempre di più come una comunità, come un luogo ove si apprende a essere cittadini attivi e responsabili, come uno spazio ove apprendere e sperimentare abilità e competenze.
Appare indispensabile quindi superare il modello della scuola trasmissiva, nella quale l’alunno svolgeva un ruolo prevalentemente passivo, a favore di un approccio che tende a privilegiare la funzione del docente come facilitatore.
2. L’insegnamento per competenze richiede un grande impegno nella fase progettuale, non solo del singolo docente ma dell’intero team educativo che deve saper condividere obiettivi specifici e trasversali, strumenti e modalità della didattica, nonché un comune approccio comunicativo. L’effettiva evoluzione della didattica per competenze – nella prospettiva che denominiamo per il XXI secolo – consiste proprio in questo saper progettare in modalità integrata, tenendo conto della sfera emotiva e relazionale, ma anche valorizzando talenti, curiosità e integrazioni dei discenti.
3. Assume in questo senso un’importanza particolare l’esercizio di una pedagogia delle emozioni che consideri lo spazio della scuola anche come luogo di apprendimento del confronto, del dialogo, della relazione con l’altro, del riconoscimento del rapporto tra singolo e comunità, della responsabilità, nonché di un patrimonio valoriale comune (come la pluralità e l’inclusione) che sostanzia il principio di società democratica e di cittadinanza. Un tale tipo di approccio comporta un prospettiva di condivisione tra docenti che può essere rafforzato da una modalità di lavoro collaborativa.
4. A livello di Istituto, la scuola dell’autonomia può naturalmente rafforzare questi orientamenti, avvalendosi degli strumenti della flessibilità e dell’arricchimento dell’offerta formativa, messi a disposizione dal DPR 275/1999 e dalla Legge 107/2015 con i relativi decreti attuativi. È certamente rilevante il saper integrare/consolidare potenzialità e obiettivi del curricolo d’Istituto con la progettualità extracurricolare, tesa a creare spazi laboratoriali di apprendimento e soprattutto contesti di “esperienza”, nei quali l’esercizio delle competenze trasversali risulti molto accentuato.

5. Un aspetto importantissimo di tali processi è quello dell’integrazione delle nuove tecnologie nella didattica ordinaria. Le ricerche più recenti confermano che l’impiego della tecnologia digitale può rappresentare una preziosa risorsa a condizione che esso corrisponda a un forte livello di consapevolezza pedagogica e che sia parte di un’attenta valutazione del contesto e dei requisiti. Il rischio del cosiddetto “sovraccarico cognitivo” (John Sweller, 1991), per cui l’utilizzo di strumenti tecnologici può generare in discenti poco esperti dei fenomeni di ridondanza o distrazione, non va assolutamente sottovalutato e fa comprendere quanto sia importante per i docenti calibrare con estrema cura i sussidi di cui intendono avvalersi. Un approccio molto diffuso negli Stati Uniti, volto a contenere tali effetti collaterali, è quello del TPACK, Technological Pedagogical Content Knowledge, focalizzato da un lato sul consolidamento delle competenze dei docenti e dall’altro sul rafforzamento della loro efficacia.