Storia di una linea bianca. Il confine italo-jugoslavo dall’ascesa del fascismo al secondo dopoguerra

Obiettivi

Il 15 settembre 1947, due anni dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale e in seguito a difficili trattative tra le parti, i soldati alleati tracciarono nel goriziano la linea bianca che segnava il nuovo confine tra l’Italia e la Jugoslavia di Tito. La popolazione dovette decidere da che parte stare, nell’Italia post-fascista o sotto uno stato socialista, se perdere il lavoro o la casa, i propri beni o i propri familiari. Fu un momento di scelta decisivo e doloroso. Come si è giunti a quella linea di confine? Chi ne decise il tracciato? Come reagì la popolazione? Quali furono le conseguenze sul territorio? Si tratta di alcune delle domande a cui cercheremo di dare risposte focalizzando l’attenzione sui percorsi di vita individuali, sui modi in cui le persone e le diverse comunità vissero e percepirono gli eventi: le emozioni, le motivazioni, gli stati d’animo, le valenze simboliche che spinsero all’agire (o al non agire). Per approfondire questi aspetti si proporrà un’analisi di medio periodo, dal 1918 al 1955, focalizzandosi sulle realtà di Trieste e Gorizia, cercando di restituire la complessità della vicenda del confine italo-jugoslavo attraverso un percorso che toccherà alcuni dei principali snodi della storia del Novecento: dall’ascesa del fascismo allo scoppio della guerra, dall’8 settembre alla «doppia liberazione» della Venezia Giulia, dalle foibe alla nascita del nuovo confine. Nell’analisi di una fase storica segnata da molteplici traumi e violenze, ci faranno da guida le interviste ai testimoni.

 

Si parlerà di:

  • Identità di confine.

  • Il fascismo e la snazionalizzazione.

  • L’invasione della Jugoslavia e la nascita della Resistenza.

  • La doppia liberazione e le foibe.

  • La definizione della nuova frontiera.






Relatore

Alessandro Cattunar è dottore di ricerca in Storia Contemporanea (Istituto Italiano di Scienze Umane) e docente di storia e filosofia nei licei. Dopo la Laurea triennale in Discipline del cinema e la Laurea specialistica in Storia d’Europa presso l’Università di Bologna ha conseguito un titolo di perfezionamento in «Media education: media, storia, cittadinanza» presso l’Università Cattolica di Milano. È presidente dell’Associazione Quarantasettezeroquattro con cui sta sviluppando numerosi progetti di ricerca ed educativi focalizzati sulla storia del Novecento nell’area di confine tra Italia e Slovenia. È curatore e responsabile dei progetti «Archivio della memoria dell’area di confine» e «Topografie della memoria. Museo diffuso dell’area di confine». Le sue ricerche si focalizzano sulle problematiche della memoria e dell’identità nelle zone di confine, sull’analisi delle fonti orali e sul rapporto tra ricerca storica e media. Su questi temi ha pubblicato con Le Monnier il volume Il confine delle memorie. Racconti di vita e narrazioni pubbliche tra Italia e Jugoslavia (1922-1955) e diversi saggi in volumi collettivi e sulle riviste «Quaderni storici», «Italia Contemporanea», «Storicamente», «Acta Histriae», «Memoria/memorie», «Città e storia», «Diacronie. Studi di storia contemporanea».

Materiale didattico


Tutti i partecipanti riceveranno al termine dell’evento delle schede di approfondimento sul tema oggetto dell’incontro, realizzate a cura della redazione sulla base delle indicazioni del Relatore.


 

Attestato di partecipazione

Entro una settimana lavorativa dall'evento il tuo attestato di partecipazione sarà disponibile alla pagina mondadorieducation.it/attestati 
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Dal catalogo di Saggistica

IL CONFINE DELLE MEMORIE

Storie di vita e narrazioni pubbliche tra Italia e Jugoslavia (1922-1955)

Alessandro Cattunar
Il volume, facendo interagire fonti storiche, testimonianze orali e articoli tratti dalla stampa, descrive i complessi percorsi di rielaborazione della memoria, le dinamiche identitarie e i percorsi emotivi focalizzandosi sul territorio goriziano, che nel 1947 si trovò letteralmente attraversato da quel confine che rappresenterà il tratto finale della «cortina di ferro» e diventerà, poi, «l’ultimo muro» a cadere in mezzo all’Europa.
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