Ottobre 1917: colpo di mano o rivoluzione? Ripensare la Rivoluzione russa cent’anni dopo

Obiettivi


A un secolo dal 1917 la storiografia si è misurata con nuovi orizzonti interpretativi della Rivoluzione russa maturati negli ultimi trent’anni con il superamento delle visioni teleologiche di natura ideologica. L’apertura degli archivi sovietici ha permesso di mettere a fuoco questioni che precedentemente erano rimaste in ombra o di cui si aveva una conoscenza parziale. La fine dell’esperienza sovietica nata dagli eventi rivoluzionari ha consentito di guardare al 1917 russo, alle sue cause e alle sue conseguenze, con uno sguardo storico libero dai lacci ideologici che avevano sovente condizionato la ricerca. A emergere come terreno di coltura fondamentale del processo rivoluzionario e della politica bolscevica è il ‘continuum’ di guerre che tra il 1914 e il 1921 ha travolto la Russia. Nell’ambito di tale cambiamento di paradigmi interpretativi si stagliano nuovi filoni di ricerca che affrontano la questione contadina, la dimensione imperiale e l’analisi dei linguaggi e dei simboli della politica rivoluzionaria.

 

Si parlerà di:



  • Le interpretazioni della Rivoluzione russa. Breve rassegna delle principali interpretazione della Rivoluzione russa: dalla storiografia bolscevica a quella dell’emigrazione, dagli storici del totalitarismo a quelli marxisti, dai revisionisti degli anni Sessanta e Settanta alla nuova storiografia post-sovietica.

  • Un Impero in crisi? L’immagine di un Impero russo fatalmente in crisi, destinato inevitabilmente a un crollo rovinoso, è stata messa in discussione. L’Impero russo alla vigilia della guerra presentava segni di fragilità, ma non era sull’orlo del collasso, anzi manifestava una indubbia vitalità in diversi settori.

  • L’impatto della Grande guerra. La guerra, risucchiata dalla Rivoluzione, era rimasta in ombra nella storiografia. Il 1917 russo è stato riconsiderato come una pagina della crisi europea tra 1914 e 1921 e l’impatto della guerra totale sull’Impero e sulla società russa è acquisito come una componente fondamentale del processo rivoluzionario.

  • Da febbraio a ottobre. Il collasso del centro dell’Impero, cioè dell’istituzione monarchica, è alla radice degli avvenimenti del febbraio, cui seguì una bufera rivoluzionaria, dalla quale scaturì il colpo di mano bolscevico dell’ottobre.

  • Dinamismo dell’utopia ed esplosione di violenza. Lo slancio rivoluzionario dell’ottobre assunse diverse espressioni, da quelle culturali delle avanguardie artistiche e letterarie a quelle del ribaltamento delle gerarchie sociali. Tutto ciò avvenne in un contesto connotato da un continuum di guerre, dalla Grande guerra alla guerra civile, che militarizzò la Rivoluzione e forgiò la cultura politica bolscevica.

  • Linguaggi e simboli della Rivoluzione: sacralizzazione della politica rivoluzionaria e lotta antireligiosa. La cultura politica rivoluzionaria elaborò linguaggi e simboli che permisero una comunicazione efficace con la cultura di massa. I bolscevichi intendevano monopolizzare la sfera del sacro, fonte di legittimazione del potere. Essi si dovevano misurare con la principale agenzia del sacro della Russia, la Chiesa ortodossa, contro cui scatenarono una spietata lotta antireligiosa.

  • La questione contadina: le campagne in guerra. Tema centrale della storia russa, la questione contadina assunse con la Rivoluzione una nuova rilevanza. Da una prima e breve convergenza tra le attese delle masse contadine e il partito di Lenin si passò a un aspro e profondo conflitto, generato dalle conseguenze sulle campagne della politica economica del comunismo di guerra.

  • Dall’Impero a … un altro impero? Lo studio delle interazioni tra dimensione imperiale, fattore nazionale e dinamiche rivoluzionarie rappresenta un filone innovativo della ricerca storica sulle vicende della Rivoluzione russa. Si pone la questione della continuità della dimensione imperiale tra esperienza zarista ed esperienza sovietica. Con la nascita dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche nel 1922 si assistette alla formazione di una originale forma di federazione, ma forse anche a una forma di restaurazione imperiale che chiudeva la fase rivoluzionaria inauguratasi con la disintegrazione dell’Impero.






Relatore


Adriano Roccucci è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Roma Tre. Socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea, dell’Associazione Italiana Slavisti, dell’Associazione Italiana Studi di Storia dell’Europa Centrale e Orientale e dell’Istituto Luigi Sturzo. È membro del Comitato scientifico del centro di ricerca «World History – Civiltà e culture nel mondo contemporaneo (CWH)» dell’Università Cattolica di Milano. Dal 2015 al 2019 è stato direttore del «Mestiere di storico. Rivista della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea». È membro del consiglio editoriale delle riviste «Memoria e ricerca. Rivista di storia contemporanea» e «Intersezioni. Rivista di storia delle idee», e del Consiglio scientifico della rivista «Limes».

 

Moderatore


Duccio Canestri, Docente e consulente editoriale, Mondadori Education

 

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