Il centenario rosso. Storia del PCI, partito di massa

Obiettivi

Gli anniversari sono utili non tanto per celebrare fatti o personaggi, ma per provare a rileggere il fenomeno dentro una cornice più vasta che tenga conto di continuità e rotture di lungo termine. A maggior ragione questo approccio vale per il centenario della fondazione del PCd’I (Partito Comunista d’Italia, poi PCI, Partito Comunista Italiano), da sottrarre alle sterili polemiche politiche o a giudizi di valore per un inquadramento storico più puntuale e proficuo. Riflettere sulla nascita e lo sviluppo del Partito comunista vuol dire capire le origini del partito di massa, il suo insediamento, la capacità di esprimere valori e ideali, la penetrazione della cultura politica, il rapporto fra dirigenti e attivisti. La lezione non si soffermerà solo sulle ragioni della fondazione del partito, ma si individueranno segni e tracce che hanno accompagnato la sua evoluzione attraverso il «secolo breve». Alcuni dei tratti iniziali, come l’organizzazione e la fedeltà all’ideologia, rimangono più o meno immutati, altri legati al rapporto con l’Unione Sovietica e alle strategie elettorali, solo per fare alcuni esempi, cambiano nel corso del tempo. Ma ciò che è importante far rilevare è il peso esercitato da un partito di massa nella società, nel rapporto con i militanti e i simpatizzanti che vengono coinvolti nell’edificazione della «comunità comunista» con propri simboli, riti, linguaggi. Ripercorrere la storia del PCI, dagli albori alla caduta del comunismo, diventa così un modo per interrogarsi sulla volontà della politica di fornire chiavi di lettura del proprio presente, anche quando quel sistema ideologico e dogmatico è stato sconfitto dalla storia.

 

Si parlerà di:

  • La scissione di Livorno: quando e perché nasce il PCd’I;

  • Gramsci e la formazione politico-ideologica;

  • La lotta antifascista;

  • I caratteri del partito di massa;

  • Le Case del Popolo e le Feste dell’Unità;

  • Il rapporto fra il vertice e la base;

  • La condotta del «bravo compagno».






Relatrice

Anna Tonelli è professore ordinario di Storia contemporanea e Storia dei partiti e dei sistemi politici presso l’Università di Urbino Carlo Bo. Si occupa di storia culturale e di storia politica e sociale, con attenzione ai partiti e alle culture politiche del Novecento. Tra i suoi libri più recenti: Nome di battaglia Estella. Teresa Noce, una donne comunista del Novecento (Le Monnier, 2020); A scuola di politica. Il modello comunista di Frattocchie (1944-1993) (Laterza, 2017); Per indegnità morale. Il caso Pasolini nell’Italia del buon costume (Laterza, 2015); Gli irregolari. Amori comunisti al tempo della Guerra fredda (Laterza, 2014).

Materiale didattico


Tutti i partecipanti riceveranno al termine dell’evento delle schede di approfondimento sul tema oggetto dell’incontro, realizzate a cura della redazione sulla base delle indicazioni del Relatore.


 
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Dal nostro Catalogo

Nome di battaglia Estella

Teresa Noce, una donna comunista del Novecento

Anna Tonelli
La vita di Teresa Noce è come un romanzo. Non si tratta solo dell’esperienza di una dirigente comunista, ma di una protagonista che ha attraversato il Novecento cambiando continuamente ruoli: sarta, operaia, giornalista, allieva della scuola leninista di Mosca, partigiana, sindacalista, madre costituente, deputata, scrittrice. Una rivoluzionaria professionale che ha combattuto il fascismo, organizzato la clandestinità in Francia, aiutato i volontari in Spagna, patito la prigionia e la deportazione, animato la Resistenza, contribuito a redigere la Carta costituzionale, guidato il sindacato dei tessili, scritto la prima legge sulla tutela della maternità delle lavoratrici. Ma anche una donna dalle grandi passioni, politiche e private, ribelle e coraggiosa, fedele ai valori del comunismo, anche quando il PCI la estromette per essersi opposta alla decisione del marito Luigi Longo di chiedere l’annullamento del matrimonio a San Marino a sua insaputa.
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