CRISPR: un'invenzione da Nobel per riscrivere i genomi

Milioni di anni fa il sistema CRISPR si è evoluto nei batteri per difenderli dai virus, facendone a pezzi il DNA con delle forbici molecolari. Nel 2012 quel sistema ha ispirato l’invenzione di una nuova tecnica, anch’essa detta CRISPR, che consente di effettuare modifiche mirate nei genomi di tutte le specie. Le sue inventrici Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna hanno ricevuto il Premio Nobel per la Chimica 2020. In soli otto anni la versatilità della tecnica ha innescato una rivoluzione nei laboratori di scienze della vita, rendendo facili cose prima difficili e possibili esperimenti prima impossibili. CRISPR ha dimostrato di essere utilissima per accrescere le conoscenze e sviluppare applicazioni in campi che vanno dalla terapia genica, alla diagnostica, all’agricoltura sostenibile. Controversa appare, invece, la possibilità di correggere il DNA umano allo stato embrionale, ottenendo modifiche ereditabili. Dopo la nascita in Cina delle prime due bambine “editate” con CRISPR, le parole chiave del dibattito internazionale sono prudenza, trasparenza e democrazia partecipativa.




Relatore

Anna Meldolesi biologa di formazione, giornalista di professione. Il suo ultimo libro “E l’uomo creò l’uomo” (Bollati Boringhieri) è dedicato alla rivoluzione dell’editing genomico. Questo tema è anche al centro del suo blog bilingue CRISPeR Mania. È membro del comitato scientifico dell’Osservatorio Terapie Avanzate e del Festival della Scienza di Genova. Insegna giornalismo scientifico al Master di giornalismo dell’università Iulm di Milano. Scrive sul Corriere della sera e su Le Scienze.

 
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