Non solo Ischia: la fragilità del territorio italiano tra frane e alluvioni

di Chiara Anzolini
  • Materie coinvolte: Scienze della Terra

Non solo Ischia: la fragilità del territorio italiano tra frane e alluvioni

Nella notte tra il 25 e il 26 novembre 2022, un forte nubifragio ha colpito l’Isola di Ischia causando allagamenti e smottamenti e provocando in totale 12 vittime, 5 feriti e centinaia di sfollati. Si tratta di uno dei disastri ambientali più gravi che ha colpito l’Isola nell'ultimo secolo, ma di certo non l’unico. Secondo i dati dell’IRPI-CNR (Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche), infatti, negli ultimi 112 anni sono state 42 le vittime di alluvioni e frane in diverse zone dell’Isola.

 

La recente tragedia non fa che confermare l’estrema fragilità del territorio italiano: più di 9 comuni su 10 sono a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera. Quasi un quinto dell’intero territorio (18,4%) è classificato a maggiore pericolosità per frane e alluvioni e il 17,9% delle coste basse italiane è in erosione, per un totale di 841 km di litorali. A dirlo è l’ultimo rapporto sul dissesto idrogeologico redatto dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

Sempre dal rapporto ISPRA sappiamo che in Italia oltre 7 milioni di persone vivono in zone vulnerabili. In particolare, le regioni maggiormente interessate dal dissesto idrogeologico sono Toscana, Emilia-Romagna e Lombardia. Nonostante questo, le istituzioni continuano a non dare sufficiente attenzione ai pericoli del nostro territorio e a non mettere in atto azioni concrete di prevenzione come lo stop al consumo di suolo e un piano di adattamento ai cambiamenti climatici.

La proposta di legge sullo stop al consumo del suolo, il cui iter legislativo è iniziato 10 anni fa, è bloccata in Parlamento dal 2016: approvata dalla Camera dei deputati, prevedeva di arrivare a quota zero, cioè a non cementificare un metro quadrato in più, entro il 2050. Nel frattempo, il consumo di suolo continua a cresce a ritmi insostenibili, tanto che nel 2021 ha raggiunto il valore più alto dell’ultimo decennio, con 69,1 km2 sacrificati per costruire edifici e infrastrutture.

È importante ricordare che in Italia manca ancora un Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici: anche quello, infatti, è in stallo dal 2018, dopo che nel 2015 l’Italia aveva approvato la Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici. A tutto ciò si aggiunge poi l’abusivismo edilizio: ogni anno vengono costruite circa 20 000 nuove case abusive e quelle che dovrebbero essere disabitate e abbattute, perché si trovano in territori a rischio, vengono messe in regola, grazie ai cosiddetti “condoni” edilizi.

Questo è purtroppo anche il caso di Ischia: un’area già vulnerabile dal punto di vista idrogeologico, a cui si sono sommati l’aumento di eventi meteorologici estremi causati dalla crisi climatica e l’abusivismo edilizio. Nonostante sull’intera Isola siano presenti diversi vincoli di edificazione, proprio per prevenire i danni dovuti al rischio idrogeologico, molte di queste case sono state invece regolarizzate e potrebbero diventare (di nuovo) un pericolo per i propri abitanti.

 

Attività da proporre alla classe

La piattaforma IdroGEO dell’ISPRA consente la consultazione, il download e la condivisione di dati, mappe, report, documenti dell'Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia - IFFI, delle mappe nazionali di pericolosità per frane e alluvioni e degli indicatori di rischio. Scegli un’area di tuo interesse, scarica i dati in formato CSV o XLS e utilizza i grafici di un foglio di calcolo per metterli a confronto (es. confronto fra due comuni, oppure confronto tra rischio di frana e di alluvione nello stesso comune). Se vivi in una zona montuosa, invece, potresti consultare l’inventario delle frane del tuo comune e fare una ricerca da presentare alla classe su uno specifico evento franoso (documenti storici, situazione attuale, interventi, monitoraggio).