Crono
(gr. Krónos; lat. Saturnus)

Il più giovane dei Titani, era figlio di Urano e Gea (il Cielo e la Terra), marito di Rea, sua sorella, e padre di Èstia, Demètra, Era, Ade, Poseidone, Zeus e del Centauro Chirone; usurpò il governo del mondo al padre Urano, dopo averlo castrato e privato di ogni potere. Secondo una profezia, egli sarebbe stato a sua volta detronizzato da uno dei suoi figli: per questo Crono li divorava subito dopo la nascita. Solo Zeus riuscì a scampare: Rea infatti lo partorì segretamente a Creta e ivi lo nascose consegnando al marito una pietra avvolta in fasce, invece del figlio. Crono non avvedendosi dell’inganno la ingerì, ma quando Zeus divenne adulto, fu da lui costretto a vomitare la pietra e tutti i figli ingoiati; costoro, guidati da Zeus e affiancati dai Ciclopi e dagli Ecatònchiri (i «Centimani»), sostennero contro il padre – aiutato dagli altri Titani, dai Giganti e Tifone – una dura lotta (la celebre Titanomachia), che si concluse con la sconfitta e lo sprofondamento dei Titani nel Tàrtaro. Il mito, raccontato da Esiodo (Teogonia 133 ss.; 453 ss.) trova paralleli in leggende orientali, fenicie e ittite e si ritiene dunque sia giunto ai Greci dall’Asia Minore.

In un’altra serie di miti Crono non è presentato come il più tremendo dei Titani, bensì come il re sotto cui l’umanità visse il momento più felice, l’età dell’oro. Avrebbe svolto funzione civilizzatrice anche in Italia – dove i Romani lo identificavano con Saturno – insegnando a sfruttare la fertilità della terra, a usare la falce e a potare la vite. Crono era considerato talvolta anche signore delle Isole dei Beati (Esiodo, Opere 169 ss.). Sede nota del suo culto era Olimpia; in varie località, tra cui Atene, si celebravano feste in suo onore chiamate Cronie (a Roma Saturnalia). Fin dall’antichità Krónos fu confuso con Chrónos, il «Tempo»; in una cosmogonia orfica, per esempio, Crono, inteso come il «tempo che non invecchia mai», era l’essere primordiale, da cui sarebbero nati Ètere, Caos, Èrebo e Phánes, creatore e primo re degli dèi (per queste teogonie ‘alternative’ cfr. Orfeo).

[Elena Esposito]