economia aziendale
 
 


 


 

 

Simulazione di seconda prova scritta

Economia aziendale - Istituti Tecnici Commerciali

di Gian Carlo Bondi


Un modello userfriendly per imparare a costruire un Bilancio su due esercizi con dati liberamente scelti (2° anno)

Anno n2 STATO PATRIMONIALE

S.P. in 10 step
1 Immobilizzazioni (In)
2 Capitale sociale e Riserve
3 Capitale proprio economico
4 Utile dell’esercizio
5 Patrimonio netto
6 Capitale proprio patrimoniale/finanziario (Pn)
7 Passività consolidate (Pc)
8 CALCOLO DELLA VARIAZIONE DEL CCNFUN
9 Attivo circolante: importi analitici e importo totale, Totale impieghi (Ac)
10 Passività correnti: importi analitici e importo totale, Totale fonti (Pc)

Lavoriamo direttamente sui dati “funzionali”, sia per procedere a una più rapida compilazione del prospetto, sia per ottenere i dati utili alla redazione del Rendiconto finanziario delle variazioni di CCN, il quale, come solitamente avviene nella pratica delle imprese, viene ricavato dagli schemi non rielaborati.

S’intende che, in caso si voglia poi eseguire l’analisi di bilancio, si procederà:
a) al calcolo di indici “approssimativi” (su dati non rielaborati)
b) alla preventiva riclassificazione dello Stato patrimoniale dal punto di vista finanziario


Cominciamo dall’
area a medio-lungo (funzionale) per passare in un secondo momento all’area a breve (funzionale).

Nella tabella seguente schematizziamo le scelte compiute in merito a ciascun aggregato. Le voci indicate nei riquadri contrassegnati con
In, Pn e Pc corrispondono all’area medio-lungo, mentre le voci indicate nei riquadri contrassegnati con Ac e Pb corrispondono all’area breve.
È utile tenere a portata di mano i
prospetti di Bilancio dell’anno n1.

In

BI Immobilizzazioni Immateriali
BII Immobilizzazioni materiali


NO acquisti o vendite
Ammortamenti costanti

Pn

AI Capitale
AIV Riserva legale
AV Riserve statutarie
AVII Altre riserve – Riserva straordinaria
AIX Utile dell’esercizio


NO aumenti o diminuzioni di Capitale sociale
Aumenti delle Riserve per l’autofinanziamento
programmato sull’utile n1
Utile d’esercizio n2 con ROE costante

Ac

CI Rimanenze
CII Crediti
CIII Attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni
CIV Disponibilità liquide


Tutti gli elementi subiscono un amento

Pc

C Trattamento di fine rapporto di lavoro subordinato

NO assunzioni o licenziamenti
Quota Tfr costante

D1 Obbligazioni
D4 Debiti v/banche (quota Mutui passivi)

NO accensioni o rinegoziazioni
Rimborsi delle rate programmate

Pb

D4 Debiti v/banche (quota C/c passivi)
D7 Debiti v/fornitori
D12 Debiti tributari
D13 Debiti v/istituti di previdenza e di sicurezza sociale

Debiti v/banche e Debiti v/fornitori subiscono una diminuzione
Debiti tributari e Debiti previdenziali subiscono un aumento


In questo contesto naturalmente le espressioni “a medio-lungo” e “a breve” assumono un significato “funzionale” e non “finanziario”, che attiene non alla scadenza temporale degli elementi patrimoniali ma alla loro “natura”.
In esempi semplificati come quelli qui esposti,
Ac e In “funzionali” sono uguali ad Ac e In “finanziari” e si riscontrano differenze soltanto dal lato delle Fonti, poiché nei dati “funzionali”:
- non si tiene conto della distribuzione programmata dell’utile per cui, quali mezzi propri, in luogo di CP2 si considera l’intero Pn e le Pb “funzionali” non comprendono dunque i dividendi
- non si tiene conto della più breve scadenza delle rate dei Prestiti obbligazionari e dei Mutui passivi che si considerano, per il loro importo complessivo, debiti a medio-lungo (per natura) e facenti parte delle Pc “funzionali”. Le Pb “funzionali”, conseguentemente, non comprendono le relative rate dei prestiti e dei mutui.

Mano a mano che definiamo i dati patrimoniali indichiamo con

CE * voce ...

i corrispondenti valori del Conto economico che vengono direttamente vincolati o influenzati nel loro importo.


Area medio-lungo: Pn, In, Pc

Iniziamo dalle Immobilizzazioni.

Indichiamo in blu i valori di Bilancio n1 e in rosso i valori di Bilancio n2

1 Definiamo il valore delle Immobilizzazioni. Manteniamo immutato il parco dei costi pluriennali evitando di considerare eventuali aumenti o diminuzioni per acquisti o vendite.
Ipotizziamo ammortamenti costanti: Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali: € 32.557, Ammortamento delle immobilizzazioni materiali: € 130.227.

CE * voci B 10) a) e B 10) b)

B Immobilizzazioni € 787.500
B I Immateriali € 157.500
B II Materiali € 630.000

B Immobilizzazioni € 624.716
B I Immateriali € 124.943
B II Materiali € 499.773

In sono calate di € 162.784

Passiamo poi al Patrimonio netto e alle Passività consolidate.

2 Manteniamo immutato l’importo del Capitale sociale evitando di considerare eventuali aumenti o diminuzioni.
A I Capitale sociale € 400.00

A I Capitale sociale € 400.000

Incrementiamo i valori delle Riserve sulla base dell’autofinanziamento programmato in relazione all’utile dell’anno n1. L’autofinanziamento totale ammontava a € 30.000, che possiamo suddividere abbastanza liberamente come segue:
- Riserva legale: 5% dell’utile di € 60.000 = € 3.000
- Riserva statutaria: 10% dell’utile di € 60.000 = € 6.000
- Riserva straordinaria: per il residuo di € 30.000 – € 3.000 – € 6.000 = € 21.000
A IV Riserva legale € 20.000
A V Riserve statutarie € 40.000
A VII Altre riserve
- Riserva straordinaria € 140.000


A IV Riserva legale € 23.000
A VI Riserve statutarie € 46.000
A VII Altre riserve
- Riserva straordinaria € 161.000

3 Calcoliamo il nuovo CP1 = Capitale proprio economico che ammonta a € 400.000 + € 230.000 = € 630.000.

CP1 dell’anno n2 è uguale a CP2 dell’anno n2

4 Ipotizziamo un Indice di redditività del capitale proprio (ROE = Rn/CP1%) costante, pari al 10%, e calcoliamo l’Utile dell’esercizio (Rn) dell’anno n2.
A IX Utile dell’esercizio € 60.000

A IX Utile dell’esercizio € 63.000

CE * voce 23

5 Sommando CP1 e Utile otteniamo il Patrimonio netto (Pn) che ammonta a € 630.000 + € 63.000 = € 693.000.
Totale A del Passivo
Patrimonio netto € 660.000


Totale A del Passivo
Patrimonio netto € 693.000


6 Visto che utilizziamo i dati non rielaborati, non vi è alcun bisogno di fare ipotesi sulla futura destinazione dell’Utile dell’anno n2 per calcolare CP2.

Pn è cresciuto di € 33.000

7 Definiamo il valore delle Passività consolidate. Le Passività consolidate “funzionali” del Bilancio civilistico comprendono i Debiti per Tfr, i Prestiti obbligazionari (importo totale) e i Mutui passivi (importo totale).

Passività consolidate € 345.000

Il totale delle Passività consolidate verrà ottenuto quale somma degli importi analitici

Cominciamo dai
Debiti per Tfr. Manteniamo immutato il numero dei dipendenti e pressoché stabile il livello retributivo e contributivo (salvo piccole variazioni fisiologiche) evitando di considerare eventuali assunzioni o licenziamenti. Ipotizziamo una quota Tfr costante: Trattamento di fine rapporto € 16.278, arrotondato per eccesso a € 16.500.

CE * voce B 9) c)

C Debiti per TFR € 115.000

C Debiti per TFR € 131.500

L’ipotesi assunta della stabilità del numero degli addetti e dei livelli retributivi e contributivi vincola anche l’importo di
Salari e stipendi e Oneri sociali, che rimarranno pressoché costanti ai valori dell’anno n1 e possono magari venire fisiologicamente arrotondati per eccesso, rispettivamente a € 217.000 e € 93.000.

CE * voci B 9) a) e B 9) b)

Passiamo poi agli altri Debiti consolidati (Prestiti obbligazionari e Mutui passivi). Ci limitiamo a rimborsare le rate di debito già programmate evitando di considerare eventuali nuove accensioni di prestiti o rinegoziazioni di quelli esistenti.
Quota D
Debiti consolidati € 230.000
D1 Prestiti obbligazionari € 110.000 (di cui € 100.000 esigibili oltre l’anno)
quota D4 Mutui passivi € 120.000 (di cui € 100.000 esigibili oltre l’anno)

Quota D
Debiti consolidati € 200.000
D1 Prestiti obbligazionari € 100.000 (di cui € 90.000 esigibili oltre l’anno)
quota D4 Mutui passivi € 100.000 (di cui € 80.000 esigibili oltre l’anno)

Influenza oneri finanziari CE * voce C 17

La riduzione dell’importo dei Prestiti obbligazionari e dei Mutui passivi incide sul valore degli oneri finanziari, che, a parità di tasso applicato (6%) sul debito residuo, vedono ridurre il loro importo rispetto a quello calcolato per l’anno n1.

Lo Stato patrimoniale civilistico non distingue i Mutui passivi dai C/c passivi, ma indica il totale dei due importi in D4.
Passività consolidate € 331.500

Pc sono calate di € 13.500

Area breve: Ac, Pb

8 Nel presente modello il passaggio dall’area a medio-lungo (funzionale) all’area a breve (funzionale) si basa sul calcolo della variazione del Margine di struttura allargato (funzionale) = Capitale circolante netto (funzionale) e sulla sua distribuzione tra i componenti dell’Attivo e del Passivo corrente.
Il ragionamento è il seguente. Per esigenze di simmetricità, l’avanzo (disavanzo) che si crea nella zona consolidata del capitale (
margine di struttura allargato funzionale) deve trovare corrispondenza in una uguale eccedenza dello stesso segno nella zona a breve (capitale circolante netto funzionale), per cui è possibile distribuire (“spalmare”) abbastanza liberamente l’eccedenza tra i componenti dell’Attivo e del Passivo corrente funzionale, garantendo così la quadratura dello Stato patrimoniale.

Calcolo del CCNFUN al 31/12/n2 € 399.784


Calcolo della variazione del CCNFUN avvenuta nell’anno n2 € 182.284
CCNFUN n2 – CCNFUN n1 = € 399.784 – € 217.500 = € 182.284
La variazione complessiva di CCNFUN è naturalmente dovuta alle variazioni analitiche di Pn (aumento di € 33.000 ≥ aumento CCNFUN), di In (diminuzione di € 162.784 ≥ aumento di CCNFUN) e di Pc (diminuzione di € 13.500 ≥ diminuzione di CCNFUN).
Procediamo adesso alla
distribuzione della variazione di Capitale circolante netto tra l’ Attivo circolante e le Passività correnti (“funzionali”) definendo così i dati dell’area del breve e infine i Totali degli Impieghi e delle Fonti.
L’aumento del CCNFUN è generalmente compatibile con:
- un
aumento delle zone correnti dell’attivo
- una
riduzione dell’indebitamento a breve

Abbiamo a disposizione € 182.284 da distribuire tra i componenti dell’area a breve funzionale + Ac e/o – Pb

La scelta dei dati può anche prevedere variazioni nei componenti dell’Area corrente che, invece di assorbire CCN, ne mettono a disposizione un’altra quota, attraverso, ad esempio, un aumento dei debiti a breve e/o una riduzione di attivo a breve, quota che, naturalmente, andrà poi coerentemente ridistribuita.
Ad esempio, in merito ai debiti in D12 Debiti tributari e D13 Debiti verso Istituti previdenziali è certo possibile ridurre gli importi o mantenerli costanti, ma è forse più coerente prevedere un loro aumento fisiologico. Ciò metterà a disposizione una quota supplementare di CCNFUN che potrà essere destinata all’ulteriore aumento di Ac o a ridurre altre voci di debito.

Le combinazioni, in assenza di vincoli, sono potenzialmente “infinite”, per cui è possibile fissare i dati molto liberamente, magari insistendo sulla riduzione dei debiti fruttiferi (C/c passivo). Avendo tempo si possono aggiustare i dati dell’Area corrente finché non soddisfano del tutto, eventualmente tenendo sotto controllo gli indicatori patrimoniali, per ottenere i valori desiderati, ad esempio, di elasticità degli impieghi, capitalizzazione, disponibilità, liquidità, ecc. L’unico vero vincolo è l’importo del CCNFUN (a meno che non si voglia rimodificare anche quello, ciò che costringerebbe a ritoccare anche i dati consolidati).

Attivo circolante: importi analitici e importo totale, Totale Impieghi (e Totale Fonti)

9 Definiamo i valori dei componenti dell’Attivo circolante. In seguito calcoleremo poi il suo importo complessivo e il Totale Impieghi (e Fonti). Supponiamo che tutti i componenti dell’Attivo circolante abbiano subito un aumento.

C I Rimanenze. 1) Materie prime, 4) Prodotti finiti. Supponiamo che nell’anno n2 il magazzino materie sia aumentato di € 10.000 e che il magazzino prodotti sia aumentato di € 19.000.
C I Rimanenze € 231.000
1) Materie prime € 100.000
4) Prodotti finiti € 131.000


C I Rimanenze € 260.000
1) Materie prime € 110.000

Variazione (segno meno) CE * voce B 11

4) Prodotti finiti € 150.000

Variazione (segno più) CE * voce A 2

C II Liquidità differite. 1) Crediti v/clienti. Ipotizziamo un aumento di € 20.400.
C II Liquidità differite € 264.600
1) Crediti v/clienti

C II Liquidità differite € 285.000
1) Crediti v/clienti


C III Attività finanziarie non immobilizzate. 6) Altri titoli. Ipotizziamo un investimento in titoli pubblici di € 25.000, allo scopo di appoggiare una parte delle risorse disponibili.

Influenza proventi finanziari CE * voce C 16 c

L’investimento in titoli, dal punto di vista economico, inciderà sul valore dei proventi finanziari sulla base di un certo tasso di rendimento (es. 5%).

C III Attività finanziarie non immobilizzate € 25.000
1) Altri titoli

C IV Liquidità immediate. 1) Banca 3) Cassa. Supponiamo che nell’anno n2 il C/c bancario sia aumentato di € 2.000 e che il Denaro in cassa sia aumentato di € 200.

Influenza proventi finanziari CE * voce C 16 d

Il saldo del C/c attivo, dal punto di vista economico, inciderà sul valore dei proventi finanziari sulla base del tasso di remunerazione stabilito (es. 3%).
C IV Liquidità immediate € 29.400
1) Banca € 28.000
3) Cassa € 1.400


C IV Liquidità immediate € 31.600
1) Banca € 30.000
3) Cassa € 1.600

L’Attivo circolante al 31/12/n2 si otterrà sommando all’importo del 31/12/n1 (€ 525.000) l’incremento avvenuto nell’anno n2 (€ 76.600), per un totale di € 601.600. È possibile ora trovare il Totale Impieghi (uguale al Totale Fonti) sommando In (€ 624.716) ad Ac (€ 601.600) = € 1.226.316.
C Attivo circolante € 525.000
Totale Impieghi (= Totale Fonti) € 1.312.500

C Attivo circolante € 601.600
Totale Impieghi (= Totale Fonti) € 1.226.316

Le operazioni indicate hanno assorbito CCNFUN per un totale di € 10.000 + € 19.000 + € 20.400 + € 25.000 + € 2.000 + € 200 = € 76.600, rispetto a una disponibilità di € 182.284.

Rimangono a disposizione € 105.684 (dati da € 182.284 – € 76.600) per la riduzione dell’indebitamento a breve.

Passività correnti: importi analitici e importo totale, Totale Fonti (e Totale Impieghi)

10 Definiamo i valori dei componenti delle Passività correnti. In seguito calcoleremo poi il loro importo complessivo e il Totale Fonti (e Impieghi).
Supponiamo che tutti i componenti del Passivo circolante abbiano subito un decremento, tranne le voci in D 12 e in D 13, aumentate invece di € 1.000 ciascuna.

NB Utilizziamo i dati civilistici non rielaborati

L’aumento delle componenti delle Passività a breve mette a disposizione una quota supplementare di CCNFUN. La diminuzione delle componenti delle Passività a breve assorbe una parte della variazione annua del CCNFUN prodotto dall’impresa migliorandone la struttura finanziaria.

Il CCNFUN da destinare alla riduzione dell’indebitamento a breve ammonta a € 105.684 + € 2.000 = € 107.684.

D4 Debiti verso banche. C/c passivi. Ipotizziamo una diminuzione di € 70.000.

Influenza proventi finanziari CE * voce C 17

La riduzione dell’importo dei C/c passivi incide sul valore degli oneri finanziari, che, a parità di tasso applicato (9%) sul debito residuo, vedono ridurre il loro importo rispetto a quello calcolato per l’anno n1.
quota D4 C/c passivi € 80.000

quota D4 C/c passivi € 10.000
Lo Stato patrimoniale civilistico non distingue i C/c passivi (€ 10.000) dai Mutui passivi (€ 100.000), ma indica il totale dei due importi (€ 110.000) in D4.


D7 Debiti verso fornitori. Ipotizziamo una diminuzione per l’importo residuo di 107.684 – € 70.000 = € 37.684.
D7 Debiti v/fornitori € 189.500

D7 Debiti v/fornitori € 151.816

D12 Debiti tributari
D12 Debiti tributari € 20.000

D7 Debiti tributari € 21.000

D13 Debiti verso Istituti previdenziali
. Come in precedenza deciso, gli importi sono cresciuti di € 1.000 ciascuno.
D13 Debiti verso Istituti previdenziali € 18.000

D13 Debiti verso Istituti previdenziali € 19.000

Le
Passività correnti al 31/12/n2 si otterranno sottraendo dall’importo del 31/12/n1 (€ 307.500) il decremento avvenuto nell’anno n2 (€ 107.684) e sommando l’incremento avvenuto nello stesso periodo (€ 2.000), per un totale di € 201.816.
Quota D Passività correnti € 307.500

Quota D Passività correnti € 201.816

È possibile ora verificare il
Totale Fonti (uguale al Totale Impieghi) sommando Pn € 693.000 + Tfr € 131.500 + Debiti consolidati € 200.000 a Pb (€ 201.816).
Come si nota, si tratta dello stesso importo già calcolato precedentemente al punto 9.
Totale Fonti (= Totale Impieghi) € 1.312.500
Totale Fonti (= Totale Impieghi) € 1.226.316

Riportiamo i dati nel prospetto di
Stato patrimoniale del Bilancio d’esercizio civilistico.




Anno n2 CONTO ECONOMICO


In assenza di valori appartenenti alla gestione accessoria,
utilizziamo direttamente lo schema civilistico. Procediamo dal basso verso l’alto, a partire dal risultato economico già indicato nello Stato patrimoniale.

C.E. in 10 step
1 Risultato economico (23)
2 Imposte sul reddito e Risultato lordo (22)
3 Area straordinaria e Area delle rettifiche di valore di attività finanziarie (E, D)
4 Area finanziaria: Proventi e oneri finanziari (C)
5 Differenza A – B (A – B)
6 Valore della produzione: Vendite e Variazione delle rimanenze di prodotti finiti (A)
7 Costi della produzione: Totale B e Disaggregazione in quattro componenti
8 Consumi materie prime: Acquisti e Variazione delle rimanenze di materie prime
9 Costi del personale
10 Ammortamenti e Costi per servizi (saldo di B) (B)

CE * voce ...

Teniamo conto dei soli vincoli “fisiologici” o “di sistema”, che discendono dalle scelte fatte in sede di redazione dello Stato patrimoniale (li indichiamo in verde nella trattazione che segue) e fissiamo abbastanza liberamente tutti gli altri dati.

VINCOLI IMPORTATI DALLO STATO PATRIMONIALE


1 Riprendiamo il dato di Risultato economico già ottenuto durante la redazione del conto patrimoniale
Rigo 23
Utile dell’esercizio € 63.000


2 Ipotizziamo un Indice di carico fiscale (Imposte sul reddito/Rl %) pari ad esempio al 50% del risultato prima delle imposte.

Rigo 22
Imposte sul reddito dell’esercizio € 63.000
Risultato prima delle imposte € 126.000


3 Risaliamo all’Area straordinaria (E - Proventi e oneri straordinari) e all’Area (finanziaria) delle Rettifiche di valore (D - Rettifiche di valore di attività finanziarie) lasciando a zero gli importi.
Area E = 0
Area D = 0


4 Passiamo all’Area finanziaria (C - Proventi e oneri finanziari) e calcoliamo gli interessi attivi e passivi. Applichiamo percentuali differenziate alle consistenze finali dei crediti e debiti fruttiferi.

Area C
Proventi finanziari
C16 c) € 1.250
C16 d) € 900
Oneri finanziari
C17) € 12.900
Totale C = – € 10.750


5 Risaliamo alla Differenza A – B aggiungendo al Risultato lordo (€ 126.000) il saldo negativo di C (€ 10.750). Il valore così determinato € 136.750, in assenza di componenti accessorie non caratteristiche, corrisponde al Reddito operativo.

A–B (Reddito operativo) = € 136.750

È utile calcolare l’Indice di redditività del capitale investito (ROI = Ro/TI%) rapportando il Reddito operativo così determinato al Totale Impieghi: 136.750/1.226.316 x 100 = 11,15%

6 Definiamo i dati dell’Area della produzione cominciando dalla zona “positiva” (A - Valore della produzione). Iniziamo dalle Vendite di prodotti finiti, che possono essere determinate fissando un Indice di redditività delle vendite (ROS = Ro/Ve%), inferiore al ROI.
Definiamo poi la Variazione delle scorte di prodotti finiti riprendendo l’aumento di € 19.000 già scelto in sede di redazione dello Stato patrimoniale.

Area A
A1 Vendite € 1.820.000

A2 Variazioni delle rimanenze di prodotti finiti € 19.000
Totale A = € 1.839.000

7 Concludiamo i dati dell’Area della produzione passando alla zona “negativa” (B - Costi della produzione), determinandone in primo luogo il totale complessivo, semplicemente sottraendo dal Totale A (€ 1.839.000) la differenza positiva A – B (€136.750) = € 1.702.250.
Totale B = € 1.702.250


La
disaggregazione del totale B (€ 1.702.250) nei singoli elementi componenti, come per l’anno n1, può avvenire in un primo momento inserendo le quattro categorie di costi principali, che, per ipotesi, assorbono le seguenti quote percentuali di B: Consumi materie prime 50%, Costi del personale 20%, Ammortamenti 10%, Costi per servizi 20% (residuo) e suddividendo poi le categorie in voci più analitiche.
I valori vanno però adattati per tenere conto dei vincoli ereditati dallo Stato patrimoniale che indichiamo con un fondino nella tabella che segue.

8 – 9 – 10


Riportiamo i dati nel prospetto di Conto economico del Bilancio d’esercizio civilistico.

Conto economico (art. 2425 c.c.)


Anno n2 RENDICONTO FINANZIARIO


Riprendiamo i
dati sintetici di flusso già ricavati precedentemente in sede di compilazione dello Stato patrimoniale.
CCNFUN al 31/12/n2: € 399.784
Variazione del CCNFUN n2: € 182.284

La variazione del CCNFUN può essere determinata, in maniera più analitica, attraverso una completa
analisi per flussi e la redazione del Rendiconto finanziario delle variazioni del Capitale circolante netto, solitamente basato sugli schemi civilistici di S.P. non rielaborati.

Allo scopo di preparare i dati analitici da esporre nel Rendiconto finanziario è utile predisporre un
foglio di lavoro per estrarre dai movimenti patrimoniali i flussi finanziari e cioè le variazioni patrimoniali rilevanti ai fini della produzione e dell’assorbimento di CCNFUN. Il foglio è suddiviso in due tabelle, utili, ciascuna, alla compilazione di una delle due parti del rendiconto.


Foglio di lavoro per la preparazione del RF di CCN


In relazione ai dati a medio-lungo la seguente tabella prevede
sei colonne, nelle quali trovano posto, nell’ordine, i dati relativi all’anno più recente n2 (1), a quello precedente n1 (2), alla variazione patrimoniale (“flusso”) (3), alla sua causa (4), alle variazioni che non incidono sul CCN (5) e alle variazioni che incidono sul CCN (6).
Non tutte le operazioni hanno effetto sul CCN: qualcuna di esse, infatti, appare “neutrale” (colonna 5), in quanto dà vita a compensazioni nell’area a lungo senza modificarne il saldo.

RF di CCN - Parte prima - Dati consolidati

RF di CCN - Parte seconda - Dati correnti


Riportiamo infine i dati nello schema di
Rendiconto finanziario.


Rendiconto finanziario delle variazioni del CCN


Nell’anno n2 le operazioni di gestione hanno complessivamente generato un incremento netto di risorse pari a
€ 182.284.

Il
flusso generato dalla gestione reddituale è una delle fonti (certo la più tipica e auspicabile) attraverso la quale vengono prodotte le risorse finanziarie delle imprese. Esso indica gli effetti provocati sul CCN dal risultato economico dell’esercizio.
Si tratta del saldo tra ricavi e costi monetari, che, con procedimento indiretto, può essere calcolato anche a partire dal risultato economico, rettificandolo con le componenti non monetarie, e cioè riaggiungendo quei costi (non monetari) che hanno depresso il reddito senza dar luogo a uscite. Alternativamente, gli eventuali ricavi (non monetari) che hanno incrementato il reddito senza generare risorse devono essere sottratti.
Il saldo può anche essere negativo, testimoniando così un assorbimento netto di risorse.
Nel nostro esempio FGGR > Re. Ciò significa che l’aumento di CCN dovuto alla gestione è più alto del risultato economico. La causa è da ascrivere ai costi non monetari (ammortamenti e Tfr) che riducono il reddito senza dar luogo a riduzioni di CCN, il quale, dunque, risulta più alto del reddito.
Il CCN si alimenta e viene assorbito anche attraverso altre operazioni (
flussi della gestione patrimoniale), nel nostro esempio: rimborsi di debiti consolidati e pagamento di dividendi.