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capitolo 8
Giovanni Boccaccio
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L’opera latina più importante sono le
Geneaologie de-
orum gentilium
, che in 15 libri ricostruisce le parentele
degli dèi del mito. Negli ultimi due libri Boccaccio illustra la
funzione civilizzatrice della poesia insieme e ne definisce
il rapporto con la religione, svincolando definitivamente
la prima dalla seconda.
il
Decameron
Composto tra la peste del 1348 che fa da cornice
all’opera e il 1352, il
Decameron
è organizzato in dieci
giornate (questo il significato del titolo) in cui si immagina
che dieci narratori (una brigata di sette ragazze e tre
ragazzi), rifugiatisi in campagna per sfuggire alla peste,
raccontino ogni giorno una novella ciascuno. Ogni giornata
prevede un tema scelto il giorno precedente: la Prima e la
Nona a tema libero, la Seconda e la Terza sulla Fortuna, la
Quarta e la Quinta sull’amore, la Sesta sui motti, la Settima
e l’Ottava sulle beffe, la Decima sul tema più nobile, la
liberalità.
Scopo del
Decameron
è offrire conforto a chi soffre
per amore. Per questo l’autore elegge a suo pubblico le
donne, che per natura sono più sensibili alle tematiche
amorose, ma anche più esposte alle fragilità provocate
dalla potenza del sentimento d’amore. Con Boccaccio,
dunque, si salda la secolare opposizione tra la donna
e la poesia: non più solo oggetto passivo della poe-
sia maschile, ma ispiratrice e destinataria privilegiata
dell’opera.
Le cento novelle differiscono in maniera anche conside-
revole per estensione. Dominante è il tema della Fortuna,
forza in grado di cambiare il corso degli eventi, a volte
volgendoli al lieto fine, altre in tragedia. Al caos indotto
dalla Fortuna pone rimedio la Natura, che si manifesta o
come indole dei personaggi o come passione amorosa.
Terzo filone tematico del
Decameron
è proprio l’Amore,
visto sia come erotismo carnale sia come passione no-
bile. La liberalità e il codice di comportamento cortese
costituiscono un altro motivo conduttore dell’opera, che
insieme al motto e alla beffa completa le corde espressive
della comicità boccacciana.
L’universo narrato nel
Decameron
è descritto facendo
ricorso a dettagli cronologici e spaziali che tendono al
realismo: un espediente inedito per conferire maggiore
verosimiglianza al racconto. Boccaccio mira infatti a com-
prendere tutti gli aspetti della realtà umana, mostrandone
la complessità e le molteplici sfumature: al comico si
affianca il tragico, al personaggio nobile si accompagna
quello umile.
In alcuni punti emerge l’orgogliosa consapevolezza per
il risultato letterario raggiunto: Boccaccio sa bene che le
sue «novellette» non hanno nulla di meno della grande
poesia, perché con la sua raffinatezza stilistica e formale
ha elevato l’umile quotidianità, propria del registro «comi-
co», ai vertici dell’arte (così come Petrarca aveva portato
al massimo livello espressivo la poesia d’amore e la sua
personale esperienza, materia apparentemente da nul-
la). Il
Decameron
diventa il capostipite di una tradizione
narrativa destinata ad avere un enorme successo e una
lunga storia nel panorama letterario italiano ed europeo.
la fondazione del laico
Anche Boccaccio, accanto a Dante e a Petrarca, con-
tribuisce alla fondazione della letteratura italiana e della
cultura europea moderna. Ma a differenza di altre lettera-
ture europee, la cui formazione è lenta e progressiva, nella
letteratura italiana si ha una vera e propria esplosione, se
consideriamo che i suoi primi esponenti (Dante, Petrarca e
Boccaccio) sono anche fra i suoi massimi rappresentanti.
Questi tre geni creatori gettano le fondamenta della storia
letteraria italiana, ma allo stesso tempo fondano anche
una cultura e un pensiero laici e moderni. La loro laicità va
intesa in modo diverso rispetto all’accezione odierna: essi
non intendono certo schierarsi contro il sistema religioso
del tempo per sovvertirlo, bensì di ritagliare al suo interno,
con orgogliosa consapevolezza, uno spazio di autonomia
riservato all’attività letteraria.
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