In un saggio del 1967, Italo Calvino ipotizzava per la letteratura una necessaria partita a tre con scienza e filosofia: un ménage à trois attraverso cui le varie discipline e le varie modalità conoscitive e di racconto si confrontassero, mettendosi in discussione a vicenda. Questo libro introduce un quarto termine nel sistema relazionale proposto da Calvino, la tecnica, esplicitando quel ménage fra i saperi che è all'opera nella narrativa di quattro fra i più importanti scrittori del Novecento italiano (oltre a Calvino, Gadda, Primo Levi e Sinisgalli). Scienza, filosofia e tecnica non vengono qui considerate come occasionali elementi tematici ma come discorsi, linguaggi e pratiche che sono fondamentali per la costituzione e comprensione delle opere di questi autori. Dall'analisi congiunta dei loro lavori emergono, oltre a una serie omogenea di temi, una visione solidale del mondo: una comune matrice filosofica che coniuga una visione realista e materialista del mondo a una concezione atomistica e combinatoria della realtà, e un esercizio del fare pratico e artistico che ricompone, secondo il senso classico, la distinzione, imposta dalla modeà, fra "tecnica" e "arte". Si porta così in piena luce quello che, sempre secondo Calvino, è il necessario "legame tra le scelte formali della composizione letteraria e il bisogno di un modello cosmologico (ossia di un quadro mitologico generale)".