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INTERVENTISTE NELLA GRANDE GUERRA

Assistenza, propaganda, lotta per i diritti a Milano e in Italia (1911-1919)

Emma Schiavon

Allo scoppio della prima guerra mondiale molte donne, soprattutto di ceto medio, appoggiarono con convinzione lo sforzo bellico dei rispettivi governi, e altrettanto fecero i principali movimenti femministi europei. Dappertutto le organizzazioni femministe assunsero un ruolo cruciale nel controllo del fronte interno, nato insieme alla guerra di massa, e molte militanti andarono a ricoprire incarichi di responsabilità del tutto inusuali. Il presente lavoro indaga per la prima volta l'interventismo femminile e femminista italiano, le questioni politiche sollevate dal movimento delle donne durante la guerra e il ruolo cruciale giocato all'interno dei Comitati di assistenza civile, a partire dalla città di Milano per allargare lo sguardo su tutto il panorama nazionale. L'interventismo femminista voleva senz'altro opporsi al militarismo tedesco, ma aveva soprattutto obiettivi propri in ordine all'integrazione delle donne nello stato nazionale, in particolare la conquista dei diritti civili, economici e politici ancora completamente negati alle italiane.

Autore/i e indice

Autori

Emma Schiavon ha studiato il nesso donne-guerra-cittadinanza in varie epoche e contesti e ha pubblicato vari articoli e saggi sul tema in riviste come «Passato e presente», «Genesis» e a «DWF». Sulle lotte per il suffragio ha invece recentemente pubblicato Torino 1911. Il primo congresso pro suffragio femminile a cinquant’anni dall’Unità (Biblink, 2012). Collabora con il Cirsde (Centro interdipartimentale di studi delle donne dell’Università di Torino), fa parte della Società italiana delle storiche ed è fra le fondatrici dell’Ardp (Archivio delle donne in Piemonte).

Indice

Prefazione di Anna Bravo; Introduzione; I. Prima della guerra. Le associazioni femministe milanesi verso l’interventismo: 1. Le associazioni femministe a Milano negli anni d’anteguerra: un breve quadro d’insieme; 2. Il Comitato pro suffragio femminile fino alla guerra di Libia; 3. Le associazioni moderate; 4. Preparazione militare di lungo corso: la Pro esercito, la Croce Rossa e la filantropia paternalistica; 5. Interventismo dei club culturali e letterari; 6. L’Unione femminile; 7. Sofia Bisi Albini e «La Nostra Rivista»; 8. Rosalia Gwis Adami e la «Giovine Europa»; II. L’organizzazione del fronte interno. Assistenza, propaganda, lotta per i diritti: 1. Visibilità e militanza nel Comitato lombardo di preparazione; 2. Proiezione nazionale del programma CLP: la Federazione nazionale dei comitati di assistenza e il suo organo di stampa, «Assistenza civile»; 3. Il progetto nazionale di mobilitazione civile; 4. Il Congresso nazionale di assistenza civile e la sconfitta dei progetti FNCA; 5. Propaganda e controllo sociale: parole confidenziali in luoghi pubblici e privati; 6. Due esempi di intervento femminista nell’assistenza; 7. La rivendicazione dei diritti durante la guerra; 8. Trasformazioni del femminismo in guerra:«unione sacra» per la nazione dopo Caporetto; Conclusione. Il dopoguerra e il fallimento della strategia interventista; Note; Bibliografia; Indice dei nomi.

Versioni e acquisto

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    PP. X+374 isbn: 9788800745406

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